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Giovan Battista Niccolini Arnaldo da Brescia IntraText CT - Lettura del testo |
L'AUTORE A CHI LEGGE.
.............................................. non ante revellar,
Examinem quam te complectar, Roma, tumque
Nomen, Libertas, et inanem presequar umbram.
Luc. Phars. Lib.II
(Avvertimento premesso alla prima Edizione 1843.)
Quando alla materia non si danno quelle forme ch'essa a ricevere è disposta, le opere non possono mai corrispondere alle intenzioni dell'arte: però ho creduto dover trattare in questo modo il fatto ch'argomento della mia Tragedia, e ad agevolarne l'intelligenza io l'ho corredata di copiose note. Ho posto in fine del Libro tutto quello che intorno ad Arnaldo da Brescia è dato raccogliere dagli scrittori del suo tempo: ma pochi di essi e brevemente ne parlano, e quei pochi sono monaci e stranieri. In un secolo nel quale l'Italia potè, quantunque divisa, distruggere per sette volte gli eserciti di Federigo Barbarossa, e finalmente trionfarne a Legnano, mancò fra noi chi solamente il nome ricordasse di questo martire che ebbe la Libertà, benché pur le ceneri ne fossero temute, e fatte sommergere nel Tebro da un Pontefice Inglese e da un Imperatore Tedesco.
La memoria di tant'uomo, percossa dagli anatemi della Curia Romana, e da calunnie antiche ripetute in tutte le storie, giaceva nell'abominio, finché sul terminare del secolo scorso non venne a ristorarla e difenderla il sacerdote Giovan-Battista Guadagnini, Bresciano, mosso dall'amore del vero e dalla carità del loco natio. — Ho premesso al mio lavoro la vita che d'Arnaldo scrisse questo dotto e piissimo Parroco, il quale fu della sua nobil patria singolare ornamento.