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Giovan Battista Niccolini
Arnaldo da Brescia

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Scena nona. Il Cardinale De' SS. Giovanni e Paolo, Il Cardinale di Santa Maria in Portico, Il Cardinale Ottaviano di Santa Cecilia, e Federigo

 

IL CARDINALE DE' SS. GIOVANNI E PAOLO

Il Padre dei Fedeli, appien sicuro

Che rechi pace, e del Signor nel nome

Tu venisti fra noi, t'invia salute.

Sul capo tuo fatto più sacro avrai

L'ambito onor della corona augusta

Da quella man che ai Cieli apre le porte.

 

FEDERIGO

Iddio le chiude a chi quaggiù non serve

Alla possanza che da lui mi viene.

Ma di ciò basti: ad Adrian riserbo

Io più gravi parole: alla mia fede

Erano i suoi timori un lungo oltraggio.

Non scema ad ambo reverenza e fede,

E le speranze dei nimici accresce

Questo alternar di patti e giuramenti?

 

IL CARDINALE DI S. MARIA IN PORTICO

Scusa al terror sono i perigli; e tanta

Onda affatica di civil procella

La santa nave al successor di Pietro,

Che al governo vegliar della sua prora,

E ogni vento dovea creder nemico,

Sol per la fretta della tua venuta.

Ponga in oblio le andate cose, e muova

Riverente e pietoso incontro al padre

Il maggior dei suoi figli.

 

IL CARDINALE DI S. CECILIA

Ove seguisse

Il vicario di Cristo i miei consigli,

L'onta del dubbio, onde a ragion t'adiri,

Non avresti sofferto; e alfin concordi

Cesare e Pietro, un sulla via del mondo,

L'altro su quella che conduce a Dio,

Guiderebber tranquilli il gregge umano

Coll'ombra della verga e della spada.

 

IL CARDINALE DI S. MARIA IN PORTICO

Muovi stolte parole e irriverenti

Al signor nostro: eri da lui respinto,

E ribelle al poter del suo divieto,

Qui presentarti osavi.

 

OTTAVIANO CARDINALE DI S. CECILIA

Abbi rispetto

A chi t'è pari, e dove sei ricorda,

E chi t'ascolta.

 

FEDERIGO

Dall'altar gridate: —

Sia pace al mondo; — e tra voi pure è guerra.

 

I CARDINALI DE' SS. GIOVANNI E PAOLO, E DI S. MARIA IN PORTICO

Se a lui tu credi, noi partiam.

 

FEDERIGO

Restate;

Le vostre liti a giudicar non venni.

(sommessamente al cardinale Ottaviano.)

Ceder non ti rincresca: hai da quest'ora

In Cesare un amico, e tu gli sembri

Degno della tiara… Or io m'accorgo

Che v'udii troppo, e d'ascoltarmi è degno

Solo Adrian: Vadasi a lui.

(I cardinali licenziati partono. Ottaviano prima, e gli altri dopo.)

 

 

 




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