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Giovan Battista Niccolini
Arnaldo da Brescia

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Scena tredicesima. Popolo, Arnaldo e detti

 

POPOLO

Evviva Arnaldo.

 

UNO DEL POPOLO

Ei non temea la morte

Per la santa Repubblica.

 

UN ALTRO DEL POPOLO

Fidarsi

D'un pontefice osò.

 

UN ALTRO DEL POPOLO

Monaco, e Inglese!

 

GIORDANO

Silenzio, amici: e tu, signor, che sei

D'anni maggior, ciò che dal papa ottenne

Chiedi ad Arnaldo.

 

UN SOLDATO

All'armi!

 

POPOLO

Oh qual tumulto!

 

UNO DEL POPOLO

Giunto è il Tedesco.

 

ARNALDO

E che? tremate?

 

UNO DEL POPOLO

Io veggo

L'aquila nell'insegna.

 

UN ALTRO DEL POPOLO

È Guido.

 

POPOLO

È Guido.

 

ARNALDO

Popolo, accorri, e lo respingi. Ascende

Il sacro monte, e il tuo Senato ei vuole

Scacciar dal Campidoglio.

 

UN VECCHIO SENATORE

A pace ei viene

Con esercito pio: non vedi? il clero

Umilemente a passi gravi e lenti

Verso di noi procede, e qui s'innalza

Degl'inni santi l'armonia soave.

Pensate ai giorni in cui noi siam.

 

GIORDANO

Ma Guido

Non lo ricorda: di Leon le squadre

Ai sacerdoti ha miste, ancor ch'ei venga

Cinto di faci, addolorato e scalzo.

Presso il vessillo suo monaci astuti

Van d'un flagello armati, e si tormentano

Con insana pietà le spalle ignude.

Un pallido furor colora il volto

Della stolida plebe: urli feroci

Succedere udirai, bestemmie ed onte

Agl'inni lor. Seguitemi, volate

A soccorso dei miei: non si profani

Da questi vili il Campidoglio.

 

POPOLO

È tardi:

Guido giungea.

 

 

 




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