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Ferrante Pallavicino
Il corriero svaligiato

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  • 3 - IL CORRIERO SVALIGIATO
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Molto Illustre Signor mio.

Mando per il corriere due scatole di balle per lavare qual si sia macchia. Sono esperimentate, onde non sono che di molta stima potendo riuscire di singolar giovamento all'occasione. Desidero che V.S. mi favorisca di presentarle all'Eminentissimo Cardinale, suo e mio Signore. Non dovrà sua Eminenza sdegnarsi di così vile regalo, in riguardo massime della buona volontà del servitore, che glielo invia. Non ho osato di scriverle immediatamente, accioché l'eccedere in temerità non pregiudichi a questi riverenti attestati della mia osservanza. M'assicuro che V.S. accompagnarà questo mio picciolo dono con parole conformi al di lei gentilissimo affetto, da cui sono stato mai sempre onorato. Se le aggradirà il ricevere alcune di queste balle medesme per suo conto, m'avvisi, che sarò prontissimo per compiacere ad ogni sua richiesta; con che per fine, etc.

 

«Oh come è ballotta costui — disse il Marchese — con le sue balle, mentre le manda ad un porporato, e pure le porpore non ricevono macchia».

«Sì, quando sono di fina temprarispose il Conte —, ma alcune intinte in furberie di mentito colore, pur troppo hanno necessità di buona lavanda».

«So pureripigliò il Barone — che i Grandi sogliono rinfrescare le loro porpore nell'altrui sangue, ancorché ingiustamente, per rinuovarne le già smarrite pompe. Quindi è superfluo il provedergli di balle che levino le macchie».

«E questa è la ragionedisse il Cavaliere — per cui non si scorge l'immondezza de' loro abiti, perché con la superiorità della forza nascondono ogni loro demerito. Altrimente sonvi porpore tanto allordate, che riuscirebbero abominevoli, quando non fossero occultate».

«Non però — replicò il Marcheselascia costui d'essere sciocco in mandare simili balle ad un Grande porporato, il quale, quanti cortigiani mantiene, tante ballotte possede a questo effetto. Né ad altro servono per appunto, mentre addossandosi loro la colpa di quanto succede con esito sinistro, leva il Principe la macchia a se medesmo del mancamento ch'egli, e non il punito, commise».

«In questo sentimentoripigliò il Conteservono ad ogni ora, mentre col corteggio, e con la servitù, aggiungono decoro a tal Grande, che per i suoi poco onorevoli natali, maggiormente per i suoi costumi apparirebbe più che diforme».

«Truoviamo altra materiadisse il Barone — per non ridire più a longo le nostre miserie». Aperse in questo dire altra lettera, in cui così era scritto:

 




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