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Giuseppe Parini Il giorno IntraText CT - Lettura del testo |
5 - APPENDICE - I FRAMMENTI MINORI DELLA «NOTTE»
Ma d'ambrosia e di nettare gelato
Anco a i vostri palati almo conforto
Terrestri deitadi ecco sen viene;
E cento Ganimedi in vaga pompa
E di vesti e di crin lucide tazze
Ne recan taciturni; e con leggiadro
E rispettoso inchin tutte spiegando
Dell'omero virile e de' bei fianchi
Le rare forme lusingar son osi
De le Cinzie terrene i guardi obliqui.
Mira o signor che a la tua dama un d'essi
Lene s'accosta e con sommessa voce
E mozzicando le parole alquanto
Onde pur sempre al suo signor somigli
A lei di gel voluttuoso annuncia
Copia diversa. Ivi è raccolta in neve
La fragola gentil che di lontano
Pur col soave odor tradì se stessa;
V'è il salubre limon; v'è il molle latte;
V'è con largo tesor culto fra noi
Pomo stranier che coronato usurpa
Loco a i pomi natii; v'è le due brune
Odorose bevande che pur dianzi
Di scoppiato vulcan simili al corso,
Fumanti ardenti torbide spumose
Inondavan le tazze, ed or congeste
Sono in rigidi coni a fieder pronte
Di contraria dolcezza i sensi altrui.
Sorgi tu dunque, e a la tua dama intendi
A porger di tua man scelto fra molti
Il sapor più gradito. I suoi desiri
Ella scopre a te solo: e mal gradito
O mal lodato almen giugne il diletto
Quando al senso di lei per te non giunge.
Ma pria togli di tasca intatto ancora
Candidissimo lin che sul bel grembo
Di lei scenda spiegato, onde di gelo
Inavvertita stilla i cari veli
E le frange pompose in van minacci
Di macchia disperata. Umili cose
E di picciol valore al cieco vulgo
Queste forse parran che a te dimostro
Con sì nobili versi; e spargo ed orno
De' vaghi fiori de lo stil ch'io colsi
Ne' recessi di Pindo, e che giammai
Da poetica man tocchi non furo.
Ma di sì crasso error di tanta notte
Già tu non hai l'eccelsa mente ingombra
Signor che vedi di quest'opre ordirsi
De' tuoi pari la vita, e sorger quindi
La gloria e lo splendor di tanti eroi
Che poi prosteso il cieco vulgo adora.