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Giuseppe Parini Il giorno IntraText CT - Lettura del testo |
a lei vegnente
Sorgon plaudendo i cavalier gentili.
A lei vegnente l'inclite matrone
Con severo contegno in su le gote
Stampan di mano in man due baci appunto
E con pari contegno in su le gote
Poi ricevon da lei due baci a punto.
Tal se volgendo i due begli occhi grandi
Ne le sale del ciel Giuno sen viene
Dal talamo immortale ove rendette
Padre d'un altro nume il gran Tonante,
I maschi eterni e le divine femine
Di letizia e di festa a lei dan segno.
A lei di Cirra il vago dio che torna
Pur or dal giro suo dove correndo
Sparse di raggi d'oro ampia ricchezza,
Chinasi e versa dal bocchin socchiuso
Eleganze straniere: a lei Gradivo
Stretti i gomiti al fianco e il petto alzato
E la canna pendente infra le dita
Mollemente sorride: anco Cillenio
Col piumato cappel sotto all'ascella
E d'alati fermagli il piede ornato
Rompe la folla, e di lontan comincia
A spander di parole alto profluvio
Applaudendo a la diva. Idalia intanto
Chiara nel ciel per variati amori
E per arguta di parlar licenza
Corre improvviso ad abbracciarla, e s'alza,
E non so che susurrale all'orecchio.
Quella semplice ancor tigne il bel volto
D'un vermiglio importuno, e questa cade
Supina in sul sedile alti mandando
Scoppj di risa, e rigonfiando ansante
Ciò che del molle seno anco le resta,
Che di veli mal chiuso i guardi cerca
Che il cercarono un tempo. A tale aspetto
La casta diva de le selve amica
Raggrinza i labbri, e nauseando volge
Al biondo Ganimede i guardi obliqui,
Mentre girando per lo ciel dispensa
Di nettare gelato almo conforto.