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Silvio Pellico
Le mie prigioni

IntraText - Concordanze

era

    Capitolo
1 1 | lasciato solo.~La stanza era a pian terreno, e metteva 2 1 | Pensava: «Un secolo fa, questo era un monastero: avrebbero 3 1 | minaccia il patibolo? Ieri, io era uno de' più felici mortali 4 2 | 2-~ ~Tre mesi prima, io era andato a Torino, ed avea 5 2 | Tutta la nostra famiglia si era sempre tanto amata! Niun 6 2 | tanto amata! Niun figliuolo era stato più di me colmato 7 2 | rivedere i venerati vecchi io m'era commosso, trovandoli notabilmente 8 2 | vincere il mio dolore, ed era forzato a dire con ispavento: « 9 3 | disgrazia. Ma sentendo ch'io non erabacchettoneavvilito, 10 4 | altezza del loro coraggio? Era questo felice cangiamento 11 4 | cangiamento un prodigio? era un naturale effetto della 12 4 | matita, e non ardii, perché v'era alcun che negli occhi suoi, 13 5 | poveretto, che già troppo era scoperto, ma parecchi altri 14 5 | volavano rapidi per me, cotanto era l'esercizio della mente 15 5 | riflettere a tutto ciò che mi s'era chiesto e ch'io aveva risposto, 16 5 | Piero, bramoso, quanto lo era io, che potessimo metterci 17 5 | servigio nelle nostre stanze. Era questi un uomo dai sessanta 18 6 | peggio; ma il mio spirito era troppo agitato, da potersi 19 6 | memoria, e questo esercizio era tuttavia sì macchinale, 20 6 | un soggetto di tremore, era per me soavissima cosa. 21 7 | od una lunga prigionia. Era necessità adattarvisi. « 22 7 | più consueto godimento si era di andarmi rinnovando l' 23 7 | lettere, ecc. Chi più di me era stato dotato di felicità? 24 7 | acquistato un amico. Non era il custode, non alcuno de' 25 7 | d'una creatura umana. Chi era? - Un fanciullo, sordo e 26 7 | non sapeva di averne uno. Era sempre lieto, e non lo vidi 27 8 | amorevoli?»~Questo soliloquio era naturalissimo. Ebbi sempre 28 8 | braccia, e, sudicetto com'egli era, lo baciai e ribaciai con 29 9 | che il nuovo mio alloggio era tristissimo. Una stanzaccia, 30 9 | loro mostrata?»~Più sotto era scritto (parole dello stesso 31 9 | di aver detto che non v'era Dio.~Dopo una colonna di 32 9 | sclamai. «Qual omicidio era il suo?»~«Non potendo uccidere 33 10| compagnia del caro muto, io era oppresso di tristezza.~Stava 34 10| custode: andava agli esami. Era Melchiorre Gioia!~Mi si 35 10| secondino gli disse dov'io era. Un mattino, aprendo la 36 10| secondini mi dissero che gli era stato proibito d'eccitare 37 11| 11-~ ~Sulla galleria ch'era sotto la finestra, al livello 38 11| gli occhi su loro, tanto era fuggevole il loro passaggio, 39 11| erano care. Ed una di quelle era più soave delle altre, e 40 12| parecchie settimane. Spesso io era melanconico, e la sue voce 41 12| anima tua, ne son certo, era bella. Le tue compagne parlavano 42 12| figli!~Contigua alla mia, era una prigione abitata da 43 12| sebben trista, niuna vita era maledetta per me, e che, 44 13| scherzando.~Mi chiese poscia s'io era in prigione per debiti.~« 45 14| loro saluto, e dissi che m'era vietato di parlare.~Venne 46 14| che la detenzione durava, era venuto a sollecitare il 47 14| Nelle circostanze in cui era l'Italia, io tenea per fermo 48 15| dormito bene la notte, ed era senza febbre. Mi ricomposi 49 15| rassegnarmi al patibolo, era nella mia forza. Ma rassegnarmi 50 15| fratelli e sorelle, ah! questo era quello a cui la mia forza 51 15| prodigiosamente i cuori a cui io era necessario, ch'io cessi 52 16| Volsero alcuni giorni, ed io era nel medesimo stato; cioè 53 16| sulla galleria, mentr'io era alla finestra. L'aveano 54 16| sedarla.~Anche questo spavento era un'illusione. O afflitti, 55 17| 17-~ ~Ma quando l'animo era quetato io rifletteva alle 56 17| breve omaggio al Creatore, era il fare una diligente e 57 17| tenera e calda amicizia ch'era tra noi, il bisogno che 58 17| impedimento che a questa effusione era posto dalla presenza d'un 59 17| buono ad altro patto. Com'era pacifico con sé e cogli 60 17| allora fatto suo schiavo, non era una smania di pura afflizione: 61 18| 18-~ ~Non v'era molta malignità nel lamentarmi 62 18| la parete alla quale io m'erasovente appoggiato, mentre, 63 18| finestra. Il caporione non v'era, ma avvertito dai compagni 64 18| ebbi una consolazione. V'era il mutolino sotto il portico. 65 18| sì dolce l'essere amato!~Era giornata di grandi avventure. 66 18| gentilmente, chiedendomi s'io era Francese.~«No; sono Italiano, 67 19| esser suo, rispose ch'egli era appunto Luigi XVII, e si 68 19| Alte Potenze, ma quel ch'era fatto era fatto: l'iniquo 69 19| Potenze, ma quel ch'era fatto era fatto: l'iniquo mio zio 70 19| Ma ch'ei fosse sepolto era una verità, e m'ispirò una 71 19| vece, ed ei fu trafugato. V'era nella strada una carrozza 72 19| cavalli, ed uno de' cavalli era una macchina di legno, nella 73 20| aneddoti curiosissimi. V'era alcun che di soldatesco 74 20| vedere il gran personaggio. Era di statura mediocre, dai 75 21| accusi. Il mio vicino non era ateo, ed anzi parlava talvolta 76 21| quella falsa critica; io ch'era persuaso non potersi con 77 21| contraddire, mi dissi ch'era inutile, e volli persuadermi 78 22| furono svanite!~Tacqui. Era una bellissima notte con 79 22| prima che m'arrestassero, io era a Venezia, ed aveva fatto 80 22| fossero travestiti) ch'io era nelle mani della forza. 81 22| Or, ripassando io colà, era impossibile che non mi sovvenissero 82 23| gigantesco campanile di San Marco era solamente separato da me 83 23| assai più solitario che non era nelle carceri di Milano.~ 84 23| maggior solitudine. Inoltre io era più lontano dalla mia famiglia, 85 23| piccola celebrità letteraria era nota al custode, a sua moglie, 86 23| trovai buoni. La moglie era quella che più manteneva 87 23| carattere di carceriere. Era una donna di viso asciutto 88 23| ladri. Uno di que' secondini era un vecchio di più di settant' 89 23| diversi carceri. L'altro era un giovinotto di ventiquattro 90 24| Milano d'avere acquistato, era disfatta. Per alcuni giorni 91 24| sette giorni.~La mia Bibbia era polverosa. Uno de' ragazzi 92 25| 25-~ ~Il ragazzo era uscito; ed io provava un 93 25| mio Diogridai. «E m'era pervertito? Ed avea potuto 94 25| io sapea leggerla. Non era più il tempo ch'io la giudicava 95 26| L'ha fatto la mamma», era acqua calda.~Vedendo sì 96 26| spaventosamente. L'inverno era stato di una straordinaria 97 26| piombo, il cui riverbero era tremendo, io soffocava. 98 26| agitassi e ne struggessi io n'era coperto; il letto, il tavolino, 99 26| pareti, la volta, tutto n'era coperto, e l'ambiente ne 100 27| Con qual ragione, mentr'io era costretto a condannarmi 101 27| scrivendoli. Il male si era che la Commissione, permettendo 102 27| moltiplicità di queste ultime, io era obbligato, ad onta del caldo, 103 27| adoprabile del tavolino era piena di scrittura, io leggeva 104 27| religione, e quando tutto era pieno, tornava a leggere 105 27| abbreviazioni, alle quali io era avvezzatissimo. Non m'accadde 106 28| rinnovasse il quinternetto, quand'era finito, non era sempre cosa 107 28| quinternetto, quand'era finito, non era sempre cosa facile e pronta, 108 28| certi casi, che il tavolino era già ingombro di scrittura, 109 28| facesse la siora Zanze. Questa era la figliuola del custode, 110 28| accadde che il caffè non era fatto dalla pietosa Zanze, 111 28| dalla pietosa Zanze, ed era broda inefficace. Allora 112 29| con affezione. E tutto ciò era innocentissimo.~Io diceva 113 29| giudicarla bruttina, ed era obbligato di convenire che 114 29| la sua benevolenza, e le era caro come padre o come fratello, 115 29| piangere tanto! e poi perch'io era prigioniero, senza avere, 116 29| ammazzato!~Insomma, io che m'era affezionato a Maddalena 117 29| avea un amante, del quale era pazza. Guai a me, se fosse 118 29| fosse la Zanze; e se non era ella, io non era contento; 119 29| se non era ella, io non era contento; e se era, il cuore 120 29| io non era contento; e se era, il cuore mi battea più 121 29| di me, e sapeano ch'ell'era pazzamente invaghita d'un 122 30| benevolenza che ci univa m'era più cara dell'amore. E se 123 30| volte più bella che non m'era sembrata da principio, sorpreso 124 30| valea poco: quella ragazza erapaziente, sì compassionevole! 125 30| da vicino.~E che colpa v'era s'io desiderava con tenera 126 30| In quest'amplesso non v'era la minima idea profana. 127 31| di perenne tormento com'era quello, avrei io avuta la 128 31| allegra ed accarezzante qual'era quella della fanciulla? 129 31| giorno. Principalmente m'era dolce il vedere che le sue 130 31| permisi mai di sorridere. Era tuttavia non picciolo imbarazzo 131 32| da' secondini, e la Zanze era gravemente inferma.~I secondini 132 32| miserie; e la mia compassione era sterile per lei! Ma certo 133 32| scrivere. La mia mestizia era per altro tranquilla, in 134 32| alla volontà di Dio. Io m'eraspesso detto, essere 135 32| conoscenza della Zanze m'era stata benefica: m'avea raddolcito 136 32| Ogni due o tre settimane, m'era portata dal custode una 137 32| principio, e il saluto ch'era in fine: «T'abbracciamo 138 33| misteriosa, e mi disse:~«Quando v'era la siora Zanze... siccome 139 34| nobile.~Il sole tramontava; era l'ora della mia preghiera. 140 34| i preziosi suoi doni!~Io era ritto sul finestrone, le 141 34| la chiesa di San Marco era sotto di me, una moltitudine 142 34| quella parte di Venezia ch'era visibile dal mio carcere: 143 34| volea saperne!~Di lei m'era impossibile dubitare; ma 144 35| morsicate, ed il partito era preso: esporre a Tremerello 145 35| così compiti signori. Ciò era assai in opposizione colla 146 35| scrivere.~Faceva io bene? Era, la risoluzione ch'io prendeva, 147 35| ispirata veramente da Dio? Non era piuttosto un trionfo del 148 35| dormito la notte precedente, era stanchissimo; il sonno non 149 36| perché quel buon imperatore era nemico de' Cristiani, ma 150 37| giù rapidamente la destra.~Era per replicare la stessa 151 38| dimostrare, come tanta sapienza era più o meno debolmente trasparsa 152 38| cercato il vero, ma non s'era mai diffusa nell'universale: 153 38| religione da lui stabilita s'era sempre trovata adattata 154 38| mi parve ben fatta. Non v'era pure una frase di risentimento 155 38| si conosceva che il caffè era stato fatto dalla siora 156 39| Democrito ridesse sempre, egli era un buffone! Ma ben mi sta: 157 39| facessi illusione un momento, era perdonabile. Ma quando vidi 158 39| stolto di scrivergli ancora?»~Era risoluto di non più scrivergli. 159 39| ricordarsi la risposta di cui mi era debitore, e gli raccomandai 160 40| Tremerello; e se ne andò.~Io era alquanto imbarazzato, mettendomi 161 40| L'ultimo mio viglietto era aspro: avrà contribuito 162 40| sembrato più malevolo che non era: ei l'avrà preso per un 163 42| moriva dal caldo, e l'aria era tutta zanzare, ed il letto 164 42| tutta zanzare, ed il letto era tutto cimici?»~«Il comando 165 42| caro ragno di cui parlai, era, non so per qual motivo, 166 42| quella trista prigione non m'era stata abbellita dalla pietà 167 42| Il luogo ove mi posero era pur sotto i Piombi, ma a 168 42| rigidi.~La finestra a ponente era grandissima; quella a tramontana 169 42| grandissima; quella a tramontana era piccola ed alta, al disopra 170 42| uomo signorilmente vestito. Era il signor Caporali di Cesena. 171 42| la porta, non mi mossi. Era il custode, il quale scorgendomi 172 43| casa più vicina a me, ch'era un'ala del patriarcato, 173 44| 44-~ ~Il mese d'ottobre era la ricorrenza del più brutto 174 44| de' miei anniversari Io era stato arrestato il 13 di 175 44| anni prima, in ottobre, s'era per funesto accidente annegato 176 44| anni prima, in ottobre, s'era involontariamente ucciso 177 44| sentimenti a svolgere.~Questo era, sotto una nuova forma, 178 44| sul tempo felice che non era più. Ma, oh Dio! quante 179 44| scrivere, ciò che ne risultava era sempre una lettera piena 180 45| 45-~ ~Simile stato era una vera malattia; non so 181 45| specie di sonnambulismo. Era senza dubbio effetto d'una 182 45| caffè la sera; l'insonnia era la stessa.~Ma pareva che 183 45| Eppure, s'io andava a letto era peggio. Niuna posizione 184 45| peggio. Niuna posizione m'era tollerabile, giacendo: m' 185 45| Dall'infanzia in poi non era mai stato credulo a streghe 186 45| sapea come spiegar ciò, ed era costretto a dubitare s'io 187 45| tremando il lume, e gridai se v'era alcuno sotto il letto che 188 46| strettamente avvolto. Cosa strana! Era avvolto col mio fazzoletto, 189 46| precedente.~Quanto maggiore era la mia debolezza nelle tenebre, 190 46| martirio? Basta egli il dire ch'era una malattia? od era egli, 191 46| ch'era una malattia? od era egli, nello stesso tempo, 192 46| Dopo la fatica de' vomiti, era tutto in sudore, e stetti 193 46| in me? Lo ignoro, ma io era guarito.~ ~ 194 47| voglia di chiacchierare non era l'infima delle sue virtù.~« 195 47| quelli del primo processo, era egli argomento che la morte 196 48| 48-~ ~Era mio unico pensiero il morire 197 48| ritornata l'insonnia? Ma quanto era diversa dalla prima! Non 198 48| uomini nascosti. La notte m'era più deliziosa del giorno, 199 48| undici.~Una notte, io m'era coricato alquanto prima 200 48| ma ciò ch'io vedeva non era un'illusione. Quella luce 201 48| ch'io potessi immaginarmi.~Era un grande incendio, a un 202 48| e la consumò.~La notte era oscurissima, e tanto più 203 48| quell'una, la cui memoria m'erasoave! «Fosse mai 204 48| molto più danno che non era avvenuto. Tremerello mi 205 49| 49-~ ~La mia fantasia era ancora vivamente colpita 206 49| notti appresso - io non era ancora andato a letto, e 207 49| vedevano.~L'incendio per altro era nel palazzo stesso, in alcune 208 49| miga in tempo, sala»~E dov'era quella eroica rassegnazione 209 49| trambusto nella casa del custode eraforte, che indicava un 210 50| mettea sulla laguna; e quivi era una gondola con due secondini 211 50| patito, ma ove pure io m'era affezionato ad alcuno, ed 212 50| ridenti anni svaniti! E chi era stato, al mondo, felice 213 50| dolcissime cure domestiche, era passato a Lione presso un 214 50| provocava tanti a disamarlo, era per me tutto dolcezza e 215 50| due bambini di Porro, io era a quelli come un padre, 216 50| uomini di merito! Sì, io era felice! io non avrei mutata 217 51| essere stato lungamente solo, era stato messo col conte Camillo 218 51| Camillo Laderchi: quest'ultimo era uscito di carcere, da pochi 219 51| mi disse che la sentenza era venuta, e che il giudizio 220 51| venuta, e che il giudizio era stato terribile, ma già 221 51| Dio!».~E mia intenzione era veramente di ricevere da 222 51| loro che nel processo m'era ognora sembrato molto ostile, 223 52| secondo a tre; il terzo era il dottor Cesare Armari, 224 52| che ne' mesi precedenti era stato mio vicino ne' Piombi. 225 52| nemica del bene. Altre volte era già stato così calunniatore 226 53| stanza ove pochi giorni prima era il signor Caporali; ignoro 227 53| buon vecchio ci dimostrava. Era il dottor Dosmo. S'avanzò 228 53| A mezzo della piazzetta era il palco ove dovemmo salire. 229 53| micce accese dappertutto.~Ed era quella piazzetta, ove nel 230 53| curiale con una carta in mano. Era la sentenza. La lesse con 231 54| durò un mese.~La mia vita era allora di molto favellare 232 54| da me direttagli non gli era stata spedita subito, come 233 54| noncuranza.~Furibondo qual io era, fremetti udendo che i miei 234 55| officialmente, ma non v'era alcuna probabilità che il 235 55| lungamente.~La mia salute era di nuovo assai misera. Pativa 236 55| nell'altro. In uno dei legni era co' due prigioni il commissario, 237 55| folla che ne circondava. Era mirabile il benevolo sentimento 238 55| la mano. Quella guardia era un veneto. Mirò in volto 239 56| quell'affettuoso Dario era già nella strada, tutto 240 56| ne' nostri. Questo gemito era universale: arme Herren! ( 241 56| connazionali. Oh come io era riconoscente a tutti! Oh 242 56| un segretario municipale. Era molto umano, e parlava affettuosamente 243 56| vestire affatto come secolari. Era di quelle facce sincere 244 56| parea tedesco, ma che forse era stato in Italia, ed avea 245 57| decaddero; la popolazione era di circa 30 mila anime.~ 246 57| della monarchia austriaca. Era cittadella assai forte, 247 57| una parte della cinta, ch'era diroccata. Circa trecento 248 57| più schiuso per noi. Io era pacato esteriormente, ma 249 57| ripartendo ci abbracciò, ed era intenerito;~«Raccomando 250 58| supponendo che forse io era più infelice che iniquo, 251 58| vedute e le ferite riportate.~Era svizzero, di famiglia contadina: 252 60| il polso, mi compianse: era uomo di gentili maniere, 253 60| religioso, s'intenerì e pregò. Era una preghiera di benedizioni 254 60| diss'io con desiderio.~Ei s'era fermato nel corridoio.~« 255 61| Il soprintendente non v'era: siccome quell'ora gli era 256 61| era: siccome quell'ora gli era incomoda, ei veniva poi 257 61| superiore. Non si poteva, non v'era luogo. Ma fattone relazione 258 62| allacciati. Il cappello era bianco.~Compivano questa 259 62| cessato di vivere, ma non era tentato di suicidio. Confidava 260 62| istante dopoché il fabbro era uscito, intesi sonare il 261 62| nel sotterraneo. Schiller era ancora nella mia stanza.~« 262 62| parea svenimento, eppur non era. Non potea parlare, i miei 263 62| cantilena italiana, ma tosto era soppressa dalle grida delle 264 62| qualche parola di tenerezza.~Era il conte Antonio Oroboni, 265 63| picchiamenti agli usci, e, ciò ch'era peggio, la collera del povero 266 63| raddoppiarsi il coraggio! Uno era persuaso d'essere utile 267 63| continuazione, di schiarimenti; era uno stimolo vitale, perenne, 268 63| guardare altrove.~Oroboni era valentissimo a volgere la 269 64| Per dir vero, se la pena era severissima ed atta ad irritare, 270 64| erano usate da tutti. Se v'era qualche ruvidezza nel vecchio 271 64| vecchio Schiller, quanto non era compensata dalla nobiltà 272 64| il momento che Schiller s'era allontanato due passi dalla 273 64| disse in cattivo tedesco (era polacco): «Signore, le si 274 64| cresceva, e quel quarto era veramente troppo poco. Provai 275 64| cibo dei sani, ma non v'era guadagno a fare, giacché 276 64| costava niente, che gli era avanzata, che non sapea 277 65| tranne le feste.~Ciascuno era condotto a passeggio separatamente, 278 65| dei loro usci; ma non mi era permesso di fermarmi a salutare 279 65| Una d'esse, per nome Kral, era un boemo, che, sebbene di 280 65| certa educazione, e se l'era perfezionata quanto più 281 65| sentimento. L'altra guardia era un polacco, per nome Kubitzky, 282 65| cordiale. La loro compagnia mi era assai cara.~ ~ 283 66| che ivi comparivano, ed era colmato di dimostrazioni 284 66| moglie del soprintendente era ammalata da lungo tempo, 285 66| tutti noi. Il suo sguardo era dolcissimo e timido, e quantunque 286 66| lagrime.~Quand'ella non era più, io abbracciava talvolta 287 66| con quei fanciulli: una era la madre del soprintendente, 288 66| famiglia.»~La prima di esse, ch'era quella ch'io vedea più sovente, 289 69| un mattino dal passeggio: era il 7 d'agosto. La porta 290 69| non so che gli dicessi: era fuori di me dalla gioia 291 69| mesi dopo, la sua stanza era vota, ed Oroboni giaceva 292 69| vicenda più necessarii.~Egli era un bel giovane, di nobile 293 69| presentarmisi. Io lo combatteva; ma era come un viaggiatore spossato, 294 69| gettarsi a terra e riposare.~M'era stato detto che, non avea 295 69| covili un vecchio boemo s'era ucciso spaccandosi la testa 296 70| secreto. Il suo rimprovero era giusto. Niuna amicizia, 297 70| poiché questa mia colpa era avvenuta, Oroboni me ne 298 71| le orazioni. Oroboni già era alla sua finestra o non 299 71| nostri covili, altrettanto era bello lo spettacolo esterno 300 71| stanza per vedere se tutto era in ordine, ed osservavano 301 71| dacché spezzar la catena era impossibile) faceasi questa 302 71| prescrizioni di disciplina. S'era giorno che venisse il medico, 303 71| portavano la colezione. Questa era un mezzo pentolino di broda 304 71| uso de' nostri denari. Non era ancor venuta alcuna risposta 305 71| soprintendente, e se il medico era stato chiesto ei l'accompagnava.~ 306 71| studio, fino alle undici, ch'era l'ora del pranzo.~Fino al 307 71| non pregandoli di tacere. Era naturale che dubitassimo 308 72| nostra vicendevole brama era stata significata all'Imperatore, 309 72| Il seguente la febbre era cessata, e del petto stava 310 72| all'amico.»~La sua voce era intenerita; io non potea 311 72| Seppi da Schiller ch'egli era ammalato gravemente.~Otto 312 73| stento.~Il medico disse ch'io era in pericolo, e mi fece levare 313 73| amore.~Ogni volta ch'io era alquanto in senno, Kral 314 74| Ma la nostra gioia, ch'era immensa, congiungeasi ad 315 74| trovandomi cosl deperito com'io era: ei sapea qual grave malattia 316 74| diverso da quel di prima. Egli era appena riconoscibile. Quelle 317 75| soprintendente. Qualche fondo di più era da lui stato assegnato a 318 75| Per l'infelice Oroboni era troppo tardi!~Quest'ultimo 319 75| troppo tardi!~Quest'ultimo era stato accompagnato, prima 320 75| dell'altro. Se un di noi era preso da mestizia o da fremiti 321 76| quando ci fu detto ch'ei non era più! Ed udimmo le voci ed 322 76| Si fermò in un angolo: era la fossa.~Pochi istanti 323 76| indietro. Una di queste era Kubitzky. Mi disse (gentile 324 77| esse faceami Maroncelli era quella del più tenero fratello. 325 77| idea che mi spaventasse era la possibilità che questo 326 77| che vedealo star meglio, era una festa per me.~Queste 327 77| rimanga! La nostra sorte era sicuramente una delle più 328 78| cappellano (del quale io era stato così contento al tempo 329 78| ingannava. Il P. Battista era un angiolo di carità; i 330 79| mia tristezza! Borsieri era uno de' più antichi miei 331 79| amici! A Confalonieri io era affezionato da men lungo 332 79| un poco d'amicizia. Egli era animaonesta, sì dignitosa, 333 79| finestra della stanza di lei era alta appena un braccio dal 334 79| sonnecchiare. Maroncelli era allora in un grande imbarazzo, 335 79| quella sciagurata. Maggiore era l'imbarazzo mio. Nondimeno 336 79| il bisogno di stima. Non era bella, ma dotata di tale 337 80| libri che per interim ci era stato conceduto dal governatore. 338 80| tranquillità della tomba c'era lasciata. Ogni mese veniva, 339 80| di greco ch'io aveva si era aumentata, ed erami appassionato 340 80| la messa, che prima ci si era sempre negata dicendoci 341 80| separati a due a due siccome era prescritto.~Tanta separazione 342 81| senza durezza di cuore. Se v'era un po' di durezza nelle 343 81| di durezza nelle forme, era quasi sempre involontaria, 344 81| ansietà filiale. Quand'egli era convalescente, veniva talvolta 345 81| all'ospedale de' militari. Era già in pessimo stato, e 346 81| diciotto anni, la quale era figlioccia di Schiller. 347 82| giornalista non parea verisimile; era forse qualche astuzia delle 348 82| quell'ottima fanciulla s'era veramente fatta monaca? 349 82| angoscioso lutto.~Maroncelli n'era commosso non meno di me. 350 83| veramente parer nullo. Ed era difficil cosa che potesse 351 83| se n'andò.~L'intenzione era certamente stata di recarmi 352 84| espressione soave della sua bontà era un beneficio, e gli fummo 353 84| tossire, se la sua fisionomia era buona. Quando mi parea scorgervi 354 85| d'un angusto sepolcro gli era, senza dubbio, nocivissima, 355 85| nocivissima, siccome lo era a tutti gli altri. Ma il 356 85| Vienna quando si seppe ch'era moribondo.~Bench'io non 357 85| molto. Io sapeva ch'egli era amato colla più viva tenerezza 358 85| e da una sposa! Per lui, era più da invidiarsi che da 359 85| que' superstiti!...~Egli era anche stato mio vicino sotto 360 85| Alla fine di quell'anno (era il 1826) udimmo una sera 361 85| conosciamo essere quella ov'era l'avvocato Solera. Se n' 362 86| 86-~ ~Era la liberazione di que' due 363 86| processo (e questa supposizione era la più verisimile), ma bensì 364 86| uscita di Solera e Fortini, era venuto al mio povero Maroncelli 365 86| In principio il dolore era mite, e lo costringea soltanto 366 86| respirare un poco d'aria: v'era già neve; ed in un fatale 367 86| portammo sul suo letto; ei non era più in grado di reggersi. 368 86| fuor di letto.~Quando gli era necessità muoversi, alzarsi, 369 86| suppurazione. Quel tumore era tutto piaghe; ma non mai 370 86| lenimento al dolore.~Maroncelli era mille volte più infelice 371 87| l'onore ad altri. L'altro era un giovane chirurgo, allievo 372 87| modo di rimunerarnela.»~V'era in un bicchiere sopra la 373 88| letto al luogo medesimo ov'era stato quello d'Oroboni, 374 88| quello d'Oroboni, ov'egli era morto. Quest'identità di 375 88| Quest'identità di luogo m'era cara; pareami di essermi 376 88| avesse ripigliato forza, non era però senza incomodi. Ei 377 88| Aggiugneasi che l'osso era stato mal segato, e sporgeva 378 89| quando seppe che Maroncelli era affetto da quel terribile 379 89| ore che il passeggio non era occupato da altri, cioè 380 89| potessegli pur giovare. Era il signor Costantino Munari, 381 89| nostri congiunti; e ciò era materia di ragionamenti 382 90| Ei divenne per noi ciò ch'era il P. Battista, tranne che 383 90| Battista, tranne che non gli era lecito di prestarci alcun 384 90| pareva di trarnelo, e sommo era il conforto che indi sentiva.~ 385 90| orecchi lo tormentavano, ed era nondimeno sempre sorridente.~ 386 91| scontava il carcere duro.~Era giorno di domenica. Andammo, 387 91| seguente andavamo noi. Esso era contiguo al passeggio.~È 388 91| lingue. Dolcissimo piacere era per noi l'udire quei canti 389 91| A me disse che nulla c'era della mia famiglia; e ciò 390 91| fosse quell'altro!» Niuno era per cui non facessimo voti.~ 391 91| nelle carceri della polizia.~Era un bellissimo lume di luna. 392 92| Spielberg e quello che si era ricavato dalla vendita dei 393 92| risparmio.~Il commissario era il signor von Noe, gentiluomo 394 92| notte, ed il commissario era incerto il mattino seguente 395 92| la violenza dell'affanno era estrema; non potea né mangiare, 396 92| cura, e risanai. Il medico era il signor Singer; m'usò 397 92| di partire, tanto più ch'era a noi penetrata la notizia 398 92| avrebbe ora rivocato. Ma era pur cosa non inverisimile, 399 92| anche più risanato che non era, e pregai che si sollecitasse 400 92| sollecitasse la partenza. Intanto era mio desiderio ardentissimo 401 93| violenta. Chiamammo il medico: era un certo signor Jüdmann, 402 93| la mia fatal malattia n'era cagione.~Stemmo cinque giorni 403 93| possibile per ricrearci. V'era un teatrino di commedianti, 404 93| idioma, m'inteneriva; ma era un'emozione che m'invitava 405 93| sentire! ma questa energia era sì poca per la gioia, e 406 94| tante cose! Del primo luogo era nativo un valente giovane, 407 94| stragi di Russia; Conegliano era il paese ove i secondini 408 94| la Zanze; in Ospedaletto era stata maritata, ma or non 409 94| Mi parea ieri che io v'era venuto con Lodovico nel 410 94| Mi parea ieri che io v'era venuto con Porro nel 1820! - 411 94| colmo d'affanno, Mantova era il punto di separazione 412 94| tristissimi entrambi. Io era agitato come un uomo alla 413 95| angosciatissimo qual io m'era per tante cagioni, il seguente 414 95| una tavola della locanda v'era un annuncio teatrale. Prendo, 415 95| Francesche?»~Il cameriere (era un giovinotto di faccia 416 95| alla Bella Venezia.~Qui io era stato tante volte a lieti 417 96| coloro che ti amarono, siccom'era ignorata da me! - ed implorai 418 96| e sempre rinascente! Io era, per così dire, alle porte 419 96| Stundberger. Questo buon uomo era un sergente della polizia 420 96| cameriere del commissario. Non era vecchio, ma diedesi il caso 421 97| bello e dell'onesto, non era investigatrice, non era 422 97| era investigatrice, non era artifiziosa; non perché 423 97| mai.~Dopo il cenno che m'era stato fatto su quell'angelo 424 98| gendarmeria al quale io era stato affidato. Pioveva, 425 98| fuggire, come il colpo gli era fallito, come, strappato 426 98| Buffalora ei fece colazione: io era troppo angosciato, non presi 427 99| carabiniere.~Vidi ch'io non era ancor libero, e me n'afflissi, 428 99| Un'altra occasione gli era mancata; or non v'era altro 429 99| gli era mancata; or non v'era altro legno che il mio, 430 99| altro legno che il mio, egli era ben felice ch'io gli concedessi 431 99| Questo carabiniere travestito era d'amabile umore, e mi tenne 432 99| Oh da quanti anni non m'era più avvenuto d'andare ove 433 99| giovani pittori, uno de' quali era sordo e muto. Questi pittori 434 99| madre, fratelli?... Non v'era la mia cara sorella Giuseppina, 435 99| della mia tenerezza, io era, io sono il più invidiabile


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