(Entra Rigoletto concentrato.)
RIGOLETTO: (Riedo!... Perché?)
BORSA: Silenzio... all'opra...
badate a me.
RIGOLETTO: (Ah, da quel vecchio
fui maledetto!!)
(Urta in Borsa.)
Chi è là?
BORSA (ai compagni): Tacete...
c'è Rigoletto.
CEPRANO: Vittoria doppia!...
L'uccideremo...
BORSA: No, ché domani più
rideremo.
MARULLO: Or tutto aggiusto...
RIGOLETTO: (Chi parla qua?)
MARULLO: Ehi Rigoletto?... Di'?
RIGOLETTO (Con voce terribile):
Chi va là?
MARULLO: Eh, non mangiarci!... Son...
RIGOLETTO: Chi?
MARULLO: Marullo.
RIGOLETTO: In tanto bujo lo sguardo è nullo.
MARULLO: Qui ne condusse ridevol cosa...
Torre a Ceprano
vogliam la sposa...
RIGOLETTO: (Ohimè! respiro!...)
Ma come entrare?
MARULLO (piano a Ceprano): La vostra chiave?
(a Rigoletto) Non dubitare.
Non dee mancarci lo
stratagemma...
(Gli dà la chiave avuta da Ceprano.)
Ecco la chiave...
RIGOLETTO (palpando): Sento il
suo stemma.
(respirando) (Ah, terror vano fu
dunque il mio!)
N'è là il palazzo... Con voi son'io.
MARULLO: Siam mascherati...
RIGOLETTO: Ch'io pur mi mascheri;
A me una larva?...
MARULLO: Sì, pronta è già.
Terrai la scala...
(Gli mette una maschera e nello
stesso tempo lo benda con un fazzoletto, e lo pone a reggere una scala, che
avranno appostata al terrazzo.)
RIGOLETTO: Fitta è la tenebra.
MARULLO (ai compagni): La benda
cieco e sordo il fa.
TUTTI (meno Rigoletto): Zitti, zitti,
moviamo a vendetta,
Ne sia colto or che meno
l'aspetta.
Derisore sì audace e costante
A sua volta schernito sarà!...
Cheti, cheti, rubiamgli
l'amante
E la Corte doman
riderà.
(Alcuni salgono al terrazzo,
rompono la porta del primo piano, scendono, aprono ad altri che entrano dalla
strada e riescono trascinando Gilda, la quale avrà la bocca chiusa da un
fazzoletto. Nel traversare la scena ella perde una sciarpa.)
GILDA (da lontano): Soccorso,
padre mio!
CORO: Vittoria!
GILDA (più lontano): Aita!
RIGOLETTO: Non han finito ancor!... qual derisione!...
(Si tocca gli occhi.)
Sono bendato!...
(Si strappa impetuosamente la
benda e la maschera, ed al chiarore d'una lanterna scordata riconosce la
sciarpa, vede la porta aperta: entra, ne trae Giovanna spaventata: la fissa con
istupore, si strappa i capelli senza poter gridare;
finalmente dopo molti sforzi, esclama:)
Ah!... la maledizione!!
(Sviene.)
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