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Francesco Maria Piave
Rigoletto

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  • ATTO PRIMO
    • Scena Quindicesima. Rigoletto, Borsa, Ceprano, Marullo
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Scena Quindicesima. Rigoletto, Borsa, Ceprano, Marullo

 

(Entra Rigoletto concentrato.)

 

RIGOLETTO: (Riedo!... Perché?)

BORSA: Silenzio... all'opra... badate a me.

RIGOLETTO: (Ah, da quel vecchio fui maledetto!!)

(Urta in Borsa.)

Chi è ?

BORSA (ai compagni): Tacete... c'è Rigoletto.

CEPRANO: Vittoria doppia!... L'uccideremo...

BORSA: No, ché domani più rideremo.

MARULLO: Or tutto aggiusto...

RIGOLETTO: (Chi parla qua?)

MARULLO: Ehi Rigoletto?... Di'?

RIGOLETTO (Con voce terribile): Chi va ?

MARULLO: Eh, non mangiarci!... Son...

RIGOLETTO: Chi?

MARULLO: Marullo.

RIGOLETTO: In tanto bujo lo sguardo è nullo.

MARULLO: Qui ne condusse ridevol cosa...

Torre a Ceprano vogliam la sposa...

RIGOLETTO: (Ohimè! respiro!...)

Ma come entrare?

MARULLO (piano a Ceprano): La vostra chiave?

(a Rigoletto) Non dubitare.

Non dee mancarci lo stratagemma...

(Gli la chiave avuta da Ceprano.)

Ecco la chiave...

RIGOLETTO (palpando): Sento il suo stemma.

(respirando) (Ah, terror vano fu dunque il mio!)

N'è il palazzo... Con voi son'io.

MARULLO: Siam mascherati...

RIGOLETTO: Ch'io pur mi mascheri;

A me una larva?...

MARULLO: Sì, pronta è già.

Terrai la scala...

(Gli mette una maschera e nello stesso tempo lo benda con un fazzoletto, e lo pone a reggere una scala, che avranno appostata al terrazzo.)

RIGOLETTO: Fitta è la tenebra.

MARULLO (ai compagni): La benda cieco e sordo il fa.

 

TUTTI (meno Rigoletto): Zitti, zitti, moviamo a vendetta,

Ne sia colto or che meno l'aspetta.

Derisoreaudace e costante

A sua volta schernito sarà!...

Cheti, cheti, rubiamgli l'amante

E la Corte doman riderà.

(Alcuni salgono al terrazzo, rompono la porta del primo piano, scendono, aprono ad altri che entrano dalla strada e riescono trascinando Gilda, la quale avrà la bocca chiusa da un fazzoletto. Nel traversare la scena ella perde una sciarpa.)

GILDA (da lontano): Soccorso, padre mio!

CORO: Vittoria!

GILDA (più lontano): Aita!

RIGOLETTO: Non han finito ancor!... qual derisione!...

(Si tocca gli occhi.)

Sono bendato!...

(Si strappa impetuosamente la benda e la maschera, ed al chiarore d'una lanterna scordata riconosce la sciarpa, vede la porta aperta: entra, ne trae Giovanna spaventata: la fissa con istupore, si strappa i capelli senza poter gridare; finalmente dopo molti sforzi, esclama:)

Ah!... la maledizione!!

(Sviene.)

 

 

 




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