SPARAFUCILE: La tempesta è
vicina!...
Più scura fia
la notte.
DUCA: Maddalena? (per prenderla)
MADDALENA (sfuggendogli):
Aspettate...
Mio fratello viene.
DUCA: Che importa?
(S'ode il tuono.)
MADDALENA: Tuona!
SPARAFUCILE (entrando): E pioverà
tra poco.
DUCA: Tanto meglio.
Io qui mi tratterrò... tu
dormirai
In scuderia... all'inferno... ove
vorrai...
SPARAFUCILE: Grazie.
MADDALENA (piano al Duca) (Ah
no!... Partite.)
DUCA (a Maddalena): (Con tal
tempo?)
SPARAFUCILE (Piano a Maddalena):
(Son venti scudi d'oro.)
(al Duca) Ben felice
D'offrirvi la mia stanza... se a
voi piace
Tosto a vederla andiamo.
(Prende un lume e s'avvia per la
scala.)
DUCA: Ebben
sono con te... presto, vediamo.
(Dice una parola all'orecchio di
Maddalena e segue Sparafucile.)
MADDALENA: (Povero giovin!... Grazioso tanto!
Dio!... Qual notte è mai questa!)
(Tuona.)
DUCA (giunto al granaio,
vedendone il balcone senza imposte):
Si dorme all'aria aperta?
Bene, bene... Buona notte.
SPARAFUCILE: Signor, vi guardi
Iddio...
DUCA: Breve sonno dormiam... stanco son io.
(Depone il cappello, la spada e
si stende sul letto, dove in breve s'addormenta. Maddalena frattanto siede
presso la tavola. Sparafucile beve dalla bottiglia
lasciata dal Duca. Rimangono ambedue taciturni per qualche istante, e
preoccupati da gravi pensieri.)
MADDALENA: È amabile invero cotal giovinotto.
SPARAFUCILE: Oh sì... venti scudi
ne dà di prodotto...
MADDALENA: Sol venti!... Son pochi!... Valeva di più.
SPARAFUCILE: La spada, s'ei
dorme, va, portami giù.
MADDALENA (Sale al granaio e
contempla il dormente.):
Peccato!... è pur bello!
(Ripara alla meglio il balcone e
scende.)
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