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Francesco Maria Piave
Rigoletto

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  • ATTO TERZO
    • Scena Sesta. Gilda, Maddalena, Sparafucile
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Scena Sesta. Gilda, Maddalena, Sparafucile

 

(Gilda comparisce nel fondo della via in costume virile, con stivali e speroni, e lentamente si avanza verso l'osteria, mentre Sparafucile continua a bere. Spessi lampi e tuoni.)

 

GILDA: Ah, più non ragiono!...

Amor mi trascina!...

Mio padre, perdono... (Tuona.)

Qual notte d'orrore!

Gran Dio che accadrà?

MADDALENA (Sarà discesa ed avrà posata la spada del Duca sulla tavola.):

Fratello?

GILDA (osservando per la fessura):

Chi parla?

SPARAFUCILE (frugando in un credenzone):

Al diavol te'n va.

MADDALENA: Somiglia un Apollo quel giovine... io l'amo...

Ei m'ama... riposi... né più l'uccidiamo...

GILDA (ascoltando): Oh cielo!...

SPARAFUCILE (gettandole un sacco): Rattoppa quel sacco...

MADDALENA: Perché?

SPARAFUCILE: Entr'esso il tuo Apollo, sgozzato da me,

Gettar dovrò al fiume...

GILDA: L'inferno qui vedo!

MADDALENA: Eppure il danaro salvarti scommetto

Serbandolo in vita.

SPARAFUCILE: Difficile il credo.

MADDALENA: M'ascolta... anzi facil ti svelo un progetto.

De' scudi già dieci dal gobbo ne avesti;

Venire cogli altri più tardi il vedrai...

Uccidilo, e venti allora ne avrai.

Così tutto il prezzo goder si potrà.

SPARAFUCILE: Uccider quel gobbo!... Che diavol dicesti!

Un ladro son forse? Son forse un bandito?

Qual altro cliente da me fu tradito?...

Mi paga quest'uomo... fedele m'avrà.

GILDA: Che sento!... Mio padre!...

MADDALENA: Ah, grazia per esso!

SPARAFUCILE: È d'uopo ch'ei muoia...

MADDALENA: Fuggire il fo adesso...

(Va per salire.)

GILDA: Oh, buona figliuola!

SPARAFUCILE (trattenendola): Gli scudi perdiamo.

MADDALENA: È ver!...

SPARAFUCILE: Lascia fare...

MADDALENA: Salvarlo dobbiamo.

SPARAFUCILE: Se pria ch'abbia il mezzo la notte toccato

Alcuno qui giunga, per esso morrà.

MADDALENA: È buia la notte, il ciel troppo irato,

Nessuno a quest'ora da qui passerà.

GILDA: Oh, qual tentazione!... Morir per l'ingrato!...

Morire!... e mio padre!... Oh cielo pietà!

 

(Battono le undici e mezzo.)

 

SPARAFUCILE: Ancor c'è mezz'ora.

MADDALENA (piangendo): Attendi fratello...

GILDA: Che! Piange tal donna!...

Né a lui darò aita!...

Ah, s'egli al mio amore divenne rubello

Io vo' per la sua gettar la mia vita...

(Picchia alla porta.)

MADDALENA: Si picchia?

SPARAFUCILE: Fu il vento...

 

(Gilda torna a bussare.)

 

MADDALENA: Si picchia, ti dico.

SPARAFUCILE: È strano!...

MADDALENA: Chi è?

GILDA: Pietà d'un mendico;

Asil per la notte a lui concedete.

MADDALENA: Fia lunga tal notte!

SPARAFUCILE: Alquanto attendete.

(Va a cercare nel credenzone.)

GILDA: Ah, presso alla morte, sì giovine, sono!

Oh cielo, pegli empi ti chiedo perdono.

Perdona tu, o padre, a questa infelice!...

Sia l'uomo felice - ch'or vado a salvar.

MADDALENA: Su, spicciati, presto, fa l'opra compita:

Anelo una vita - con altra salvar.

SPARAFUCILE: Ebbene, son pronto, quell'uscio dischiudi:

Più ch'altro gli scudi - mi preme salvar.

 

 

MADDALENA (a Gilda): Spicciati!

Entrate.

SPARAFUCILE: Bene son pronto.

GILDA: Dio! Loro perdonate.

 

(Sparafucile va a postarsi con un pugnale dietro alla porta; Maddalena apre e poi corre a chiudere la grande arcata di fronte, mentre entra Gilda, dietro a cui Sparafucile chiude la porta, e tutto resta sepolto nel silenzio e nel buio.)

 

 




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