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Francesco Maria Piave
Rigoletto

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  • ATTO TERZO
    • Scena Ottava. Sparafucile, Rigoletto
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Scena Ottava. Sparafucile, Rigoletto

 

SPARAFUCILE (uscendo di casa): Chi è ?

RIGOLETTO (per entrare): Son io.

SPARAFUCILE: Sostate.

(Rientra e torna trascinando un sacco.)

È qui spento il vostr'uomo...

RIGOLETTO: Oh gioia!... Un lume!

SPARAFUCILE: Un lume?... No, il danaro.

(Rigoletto gli una borsa.)

Lesti all'onda il gettiam...

RIGOLETTO: No, basto io solo.

SPARAFUCILE: Come vi piace...

Qui men atto è il sito.

Più avanti è più profondo il gorgo.

Presto, che alcun non vi sorprenda.

Buona notte.

(Rientra in casa.)

RIGOLETTO: Egli è !... Morto!... Oh sì... vorrei vederlo!...

Ma che importa?... È ben desso!... Ecco i suoi sproni!...

Ora mi guarda, o mondo...

Quest'è un buffone, ed un potente è questo!...

Ei sta sotto a' miei piedi!... È desso! È desso!

È giunta alfin la tua vendetta, o duolo!...

Sia l'onda a lui sepolcro,

Un sacco il suo lenzuolo

(Fa per trascinare il sacco verso la sponda, quando è sorpreso dalla lontana voce del Duca, che nel fondo attraversa la scena.)

Qual voce!... Illusion notturna è questa!

(trasalendo) No!... No! Egli è desso... è desso!...

(verso la casa) Maledizione! Olà!...Dimon bandito?

(Taglia il sacco.) Chi è mai, chi è qui in sua vece?

(Lampeggia.) Io tremo... È umano corpo!...

 

 




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