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Francesco Maria Piave Rigoletto IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena Quinta. Duca, Rigoletto, Conte di Ceprano
DUCA (a Rigoletto): Ah, quanto Ceprano, importuno niun v'è!... La cara sua sposa è un angiol per me! RIGOLETTO: Rapitela. DUCA: È detto: ma il farlo? RIGOLETTO: Stassera. DUCA: Né pensi tu al Conte? RIGOLETTO: Non c'è la prigione? DUCA: Ah, no. RIGOLETTO: Ebben... s'esilia... DUCA: Nemmeno, buffone. RIGOLETTO: Adunque la testa... (indicando di farla tagliare) CEPRANO: (Oh, l'anima nera!) (Da sé.) DUCA (battendo colla mano una spalla al Conte): Che di', questa testa? RIGOLETTO: È ben naturale. Che far di tal testa?... A che cosa ella vale? CEPRANO (infuriato, brandendo la spada): Marrano! DUCA (a Ceprano): Fermate... RIGOLETTO: Da rider mi fa. CORO (tra loro): In furia è montato! DUCA (a Rigoletto): Buffone, vien qua. Ah, sempre tu spingi lo scherzo all'estremo, Quell'ira che sfidi, colpir ti potrà. RIGOLETTO: Che coglier mi puote? Di loro non temo, del Duca un protetto nessun toccherà. CEPRANO (ai cortigiani a parte): Vendetta del pazzo!... CORO: Contr'esso un rancore Pe' tristi suoi moti, di noi chi non ha? CEPRANO: Vendetta. CORO: Ma come? CEPRANO: Domani chi ha core Sia in armi da me. TUTTI: Sì. CEPRANO: A notte. TUTTI: Sarà.
(La folla de' danzatori invade la scena.)
TUTTI: Tutto è gioia, tutto è festa. Tutto invitaci a goder! Oh, guardate non par questa Or la reggia del piacer!
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