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Francesco Maria Piave Rigoletto IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena Seconda. Il Duca, Gilda, Sparafucile
(Il Duca, in assisa di semplice ufficiale di cavalleria, entra nella sala terrena per una porta a sinistra.)
GILDA (trasalendo): Ah, padre mio! DUCA (a Sparafucile): Due cose e tosto... SPARAFUCILE: Quali? DUCA: Una stanza e del vino... RIGOLETTO: (Son questi i suoi costumi!) SPARAFUCILE: (Oh, il bel zerbino!) (Entra nella stanza vicina.) DUCA: La donna è mobile Qual piuma al vento, Muta d'accento - e di pensiero. Sempre un amabile Leggiadro viso, In pianto o in riso, - è menzogner. È sempre misero Chi a lei s'affida, Chi le confida - mal cauto il cor! Pur mai non sentesi Felice appieno Chi sul quel seno - non liba amor!
SPARAFUCILE (rientra con una bottiglia di vino e due bicchieri che depone sulla tavola, quindi batte col pomo della sua lunga spada due colpi al soffitto. A quel segnale una ridente giovane, in costume di zingara, scende a salti la scala. Il Duca corre per abbracciarla, ma ella gli sfugge. Frattanto Sparafucile, uscito sulla via, dice a parte a Rigoletto.): È là il vostr'uomo... viver dee o morire? RIGOLETTO: Più tardi tornerò l'opra a compire.
(Sparafucile s'allontana dietro la casa verso il fiume.)
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