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Francesco Petrarca Canzoniere IntraText CT - Lettura del testo |
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-126-Chiare, fresche et dolci acque, pose colei che sola a me par donna; a lei di fare al bel fiancho colonna; ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: a le dolenti mie parole extreme.
S'egli è pur mio destino ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda, et torni l'alma al proprio albergo ignuda. non poria mai in più riposato porto né in più tranquilla fossa fuggir la carne travagliata et l'ossa.
torni la fera bella et mansüeta, volga la vista disïosa et lieta, cercandomi; et, o pietà!, sì dolcemente che mercé m'impetre, asciugandosi gli occhi col bel velo.
una pioggia di fior' sovra 'l suo grembo; et ella si sedea coverta già de l'amoroso nembo. qual si posava in terra, et qual su l'onde; girando parea dir: - Qui regna Amore. -
Costei per fermo nacque in paradiso. il divin portamento e 'l volto e le parole e 'l dolce riso m'aveano, et sì diviso ch'i' dicea sospirando: Qui come venn'io, o quando?; credendo d'esser in ciel, non là dov'era. Da indi in qua mi piace questa herba sì, ch'altrove non ò pace.
Se tu avessi ornamenti quant'ài voglia, uscir del boscho, et gir in fra la gente.
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