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Francesco Petrarca
Canzoniere

IntraText CT - Lettura del testo

  • -171-
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-171-

 

Giunto m'à Amor fra belle et crude braccia,

che m'ancidono a torto; et s'io mi doglio,

doppia 'l martir; onde pur, com'io soglio,

il meglio è ch'io mi mora amando, et taccia:

 

ché poria questa il Ren qualor più agghiaccia

arder con gli occhi, et rompre ogni aspro scoglio;

et àegual a le bellezze orgoglio,

che di piacer altrui par che le spiaccia.

 

Nulla posso levar io per mi' 'ngegno

del bel diamante, ond'ell'à il corduro;

l'altro è d'un marmo che si mova et spiri:

 

ned ella a me per tutto 'l suo disdegno

torrà già mai, né per sembiante oscuro,

le mie speranze, e i miei dolci sospiri.

 

 




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