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Francesco Petrarca
Canzoniere

IntraText CT - Lettura del testo

  • -256-
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-256-

 

Far potess'io vendetta di colei

che guardando et parlando mi distrugge,

et per più doglia poi s'asconde et fugge,

celando gli occhi a me sì dolci et rei.

 

Così li afflicti et stanchi spirti mei

a poco a poco consumando sugge,

e 'n sul cor quasi fiero leon rugge

la notte allor quand'io posar devrei.

 

L'alma, cui Morte del suo albergo caccia,

da me si parte, et di tal nodo sciolta,

vassene pur a lei che la minaccia.

 

Meravigliomi ben s'alcuna volta,

mentre le parla et piange et poi l'abbraccia,

non rompe il sonno suo, s'ella l'ascolta.

 

 




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