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Francesco Petrarca
Canzoniere

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  • -268-
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-268-

 

Che debb'io far? che mi consigli, Amore?

Tempo è ben di morire,

et ò tardato più ch'i' non vorrei.

Madonna è morta, et à seco il mio core;

et volendol seguire,

interromper conven quest'anni rei,

perché mai veder lei

di qua non spero, et l'aspettar m'è noia.

Poscia ch'ogni mia gioia

per lo suo dipartire in pianto è volta,

ogni dolcezza de mia vita è tolta.

 

Amor, tu 'l senti, ond'io teco mi doglio,

quant'è il damno aspro et grave;

e so che del mio mal ti pesa et dole,

anzi del nostro, perch'ad uno scoglio

avem rotto la nave,

et in un punto n'è scurato il sole.

Qual ingegno a parole

poria aguagliare il mio doglioso stato?

Ahi orbo mondo, ingrato,

gran cagion ài di dever pianger meco,

ché quel bel ch'era in te, perduto ài seco.

 

Caduta è la tua gloria, et tu nol vedi,

degno eri, mentr'ella

visse qua giù, d'aver sua conoscenza,

né d'esser tocco da' suoi sancti piedi,

perché cosa sì bella

devea 'l ciel adornar di sua presenza.

Ma io, lasso, che senza

lei né vita mortal né me stesso amo,

piangendo la richiamo:

questo m'avanza di cotanta spene,

et questo solo anchor qui mi mantene.

 

Oïmè, terra è fatto il suo bel viso,

che solea far del cielo

et del ben di lassù fede fra noi;

l'invisibil sua forma è in paradiso,

disciolta di quel velo

che qui fece ombra al fior degli anni suoi,

per rivestirsen poi

un'altra volta, et mai più non spogliarsi,

quando alma et bella farsi

tanto più la vedrem, quanto più vale

sempiterna bellezza che mortale.

 

Più che mai bella et più leggiadra donna

tornami inanzi, come

dove più gradir sua vista sente.

Questa è del viver mio l'una colomna,

l'altra è 'l suo chiaro nome,

che sona nel mio cordolcemente.

Ma tornandomi a mente

che pur morta è la mia speranza, viva

allor ch'ella fioriva,

sa ben Amor qual io divento, et (spero)

vedel colei ch'è or sì presso al vero.

 

Donne, voi che miraste sua beltate

et l'angelica vita

con quel celeste portamento in terra,

di me vi doglia, et vincavi pietate,

non di lei ch'è salita

a tanta pace, et m'à lassato in guerra:

tal che s'altri mi serra

lungo tempo il camin da seguitarla,

quel ch'Amor meco parla,

sol mi ritien ch'io non recida il nodo.

Ma e' ragiona dentro in cotal modo:

 

- Pon' freno al gran dolor che ti trasporta,

ché per soverchie voglie

si perde 'l cielo, ove 'l tuo core aspira,

dove è viva colei ch'altrui par morta,

et di sue belle spoglie

seco sorride, et sol di te sospira;

et sua fama, che spira

in molte parti anchor per la tua lingua,

prega che non extingua,

anzi la voce al suo nome rischiari,

se gli occhi suoi ti fur dolcicari. -

 

Fuggi 'l sereno e 'l verde,

non t'appressare ove sia riso o canto,

canzon mia no, ma pianto:

non fa per te di star fra gente allegra,

vedova, sconsolata, in vesta negra.

 

 




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