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Francesco Petrarca
Canzoniere

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-281-

 

Quante fïate, al mio dolce ricetto

fuggendo altrui et, s'esser , me stesso,

vo con gli occhi bagnando l'erba e 'l petto,

rompendo co' sospir' l'aere da presso!

 

Quante fïate sol, pien di sospetto,

per luoghi ombrosi et foschi mi son messo,

cercando col penser l'alto diletto

che Morte à tolto, ond'io la chiamo spesso!

 

Or in forma di ninpha o d'altra diva

che del più chiaro fondo di Sorga esca,

et pongasi a sedere in su la riva;

 

or l'ò veduto su per l'erba fresca

calcare i fior' com'una donna viva,

mostrando in vista che di me le 'ncresca.

 

 




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