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O aspectata in ciel
beata et bella
anima che di nostra
humanitade
vestita vai, non
come l'altre carca:
perché ti sian men
dure omai le strade,
a Dio dilecta,
obedïente ancella,
onde al suo regno
di qua giù si varca,
ecco novellamente a
la tua barca,
ch'al cieco mondo
ha già volte le spalle
per gir al miglior
porto,
d'un vento
occidental dolce conforto;
lo qual per mezzo
questa oscura valle,
ove piangiamo il
nostro et l'altrui torto,
la condurrà de'
lacci antichi sciolta,
per drittissimo
calle,
al verace orïente
ov'ella è volta.
Forse i devoti et
gli amorosi preghi
et le lagrime
sancte de' mortali
son giunte inanzi a
la pietà superna;
et forse non fur
mai tante né tali
che per merito lor
punto si pieghi
fuor de suo corso
la giustitia eterna;
ma quel benigno re
che 'l ciel governa
al sacro loco ove
fo posto in croce
gli occhi per
gratia gira,
onde nel petto al
novo Karlo spira
la vendetta ch'a
noi tardata nòce,
sì che molt'anni
Europa ne sospira:
così soccorre a la
sua amata sposa
tal che sol de la
voce
fa tremar
Babilonia, et star pensosa.
Chïunque alberga
tra Garona e 'l monte
e 'ntra 'l Rodano e
'l Reno et l'onde salse
le 'nsegne
cristianissime accompagna;
et a cui mai di
vero pregio calse,
del Pireneo a
l'ultimo orizonte
con Aragon lassarà
vòta Hispagna;
Inghilterra con
l'isole che bagna
l'Occeano intra 'l
Carro et le Colonne,
infin là dove sona
doctrina del
sanctissimo Elicona,
varie di lingue et
d'arme, et de le gonne,
a l'alta impresa
caritate sprona.
Deh qual amor sì
licito o sì degno,
qua' figli mai,
qua' donne
furon materia a sì
giusto disdegno?
Una parte del mondo
è che si giace
mai sempre in
ghiaccio et in gelate nevi
tutta lontana dal
camin del sole:
là sotto i giorni
nubilosi et brevi,
nemica naturalmente
di pace,
nasce una gente a
cui il morir non dole.
Questa se, più
devota che non sòle,
col tedesco furor
la spada cigne,
turchi, arabi et
caldei,
con tutti quei che
speran nelli dèi
di qua dal mar che
fa l'onde sanguigne,
quanto sian da
prezzar, conoscer dêi:
popolo ignudo
paventoso et lento,
che ferro mai non strigne,
ma tutt'i colpi
suoi commette al vento.
Dunque ora è 'l
tempo da ritrare il collo
dal giogo antico,
et da squarciare il velo
ch'è stato avolto
intorno agli occhi nostri,
et che 'l nobile
ingegno che dal cielo
per gratia tien' de
l'immortale Apollo,
et l'eloquentia sua
vertù qui mostri
or con la lingua,
or co'laudati incostri:
perché d'Orpheo
leggendo et d'Amphïone
se non ti
meravigli,
assai men fia
ch'Italia co' suoi figli
si desti al suon
del tuo chiaro sermone,
tanto che per Jesù
la lancia pigli;
che s'al ver mira
questa anticha madre,
in nulla sua
tentione
fur mai cagion sì
belle o sì leggiadre.
Tu ch'ài, per
arricchir d'un bel thesauro,
volte le antiche et
le moderne carte,
volando al ciel
colla terrena soma,
sai da l'imperio
del figliuol de Marte
al grande Augusto
che di verde lauro
tre volte
trïumphando ornò la chioma,
ne l'altrui
ingiurie del suo sangue Roma
spesse fïate quanto
fu cortese:
et or perché non
fia
cortese no, ma
conoscente et pia
a vendicar le
dispietate offese,
col figliuol
glorïoso di Maria?
Che dunque la
nemica parte spera
ne l'umane difese,
se Cristo sta da la
contraria schiera?
Pon' mente al
temerario ardir di Xerse,
che fece per
calcare i nostri liti
di novi ponti
oltraggio a la marina;
et vedrai ne la
morte de' mariti
tutte vestite a
brun le donne perse,
et tinto in rosso
il mar di Salamina.
Et non pur questa
misera rüina
del popol infelice
d'orïente
victoria
t'empromette,
ma Marathona, et le
mortali strette
che difese il leon
con poca gente,
et altre mille
ch'ài ascoltate et lette:
Perché inchinare a
Dio molto convene
le ginocchia et la
mente,
che gli anni tuoi
riserva a tanto bene.
Tu vedrai Italia et
l'onorata riva,
canzon, ch'agli
occhi miei cela et contende
non mar, non poggio
o fiume,
ma solo Amor che
del suo altero lume
più m'invaghisce
dove più m'incende:
né Natura può star
contra'l costume.
Or movi, non
smarrir l'altre compagne,
ché non pur sotto
bende
alberga Amor, per
cui si ride et piagne.
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