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Francesco Petrarca
Canzoniere

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  • -339-
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-339-

 

Conobbi, quanto il ciel li occhi m'aperse,

quanto studio et Amor m'alzaron l'ali,

cose nove et leggiadre, ma mortali,

che 'n un soggetto ogni stella cosperse:

 

l'altre tante sì strane et sì diverse

forme altere, celesti et immortali,

perché non furo a l'intellecto eguali,

la mia debil vista non sofferse.

 

Onde quant'io di lei parlai né scrissi,

ch'or per lodi anzi a Dio preghi mi rende,

fu breve stilla d'infiniti abissi:

 

ché stilo oltra l'ingegno non si stende;

et per aver uom li occhi nel sol fissi,

tanto si vede men quanto più splende.

 

 




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