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Luigi Pulci
Il Morgante

IntraText - Concordanze


    Cantare,  Verso
1 1, 12 | quel che Gabriel tuo ti disse « 2 1, 87 | e cominciava un con Carlo a dire:~ 3 1, 103| che si voleva quel coronarlo:~ 4 1, 160| ed ogni facevan qualche assalto.~ ~ 5 1, 474| l'abate, e molti si son posati.~ 6 1, 534| a tutti, un , dopo questi conviti,~ 7 1, 605| e son più che licenzia arei chiesto,~ 8 2, 118| ogni corre insino in sulle porte. -~ 9 2, 564| Ma finalmente un per caso avvenne~ 10 2, 574| e molti il ne faceva morire,~ 11 3, 183| e maladia quel che di sua corte~ 12 3, 228| vedrai ch'un ti farà mal contento. -~ 13 3, 490| e' suoi frategli ogni mi facevano~ 14 3, 581| Rinaldo tanti quel n'affettava~ 15 4, 23 | per ch'io non credo che 'l mai veggiamo~ 16 4, 45 | Quando sarà quel , famoso conte»,~ 17 4, 330| ogni ne vuol due, sera e mattina.~ 18 4, 345| Come egli è , se ne viene alle porte;~ 19 4, 721| E poi che fu dopo alcun guarito,~ 20 4, 732| ed ogni nuove cose rinfresca,~ 21 4, 735| Finalmente Rinaldo un chiamava~ 22 5, 14 | ogni fa mille pensieri strani,~ 23 5, 146| quel che morta l'aspra fera vidi;~ 24 5, 168| E in questo modo più cavalcorno.~ ~ 25 5, 289| Il sesto questo baron gagliardo~ 26 6, 109| ogni truova qualche stran disegno~ 27 6, 332| anzi pareva quel Vegliantino.~ 28 6, 530| quel che insieme provamo la lancia~ 29 7, 14 | A questi trovamo in un boschetto~ 30 7, 122| è già due ch'io giurai d'impiccarlo,~ 31 7, 246| non sarà prima , ch'io vi prometto~ 32 7, 279| Non si partendo il , poi gli assaltiamo,~ 33 7, 633| Quando sarà quel quando fia questo?~ 34 7, 686| a questo modo quel terminorno,~ 35 8, 58 | la damigella un chiama il marchese;~ 36 8, 97 | Uscendo un d'una zambra la dama,~ 37 8, 225| In pochi ritornò il messaggieri~ 38 8, 247| e in pochi questa brigata magna~ 39 8, 409| Gano in que' parea maninconoso~ 40 8, 417| Carlo un per ventura vide indosso~ 41 8, 425| gli avea detto: - A questi il mandai~ 42 8, 430| un in un bosco un pagano scontrando,~ 43 8, 634| ho gastigati a' miei mille volte,~ 44 9, 353| E poi che furno alcun dimorati,~ 45 9, 380| giunse un in su la piazza con Baiardo.~ 46 9, 425| In pochi fur fatte molte squadre~ 47 9, 674| ché combattendo un con un cristiano,~ 48 10, 426| morti quel migliaia già di pagani,~ 49 10, 597| e qualche colla sua sposa starsi.~ 50 10, 746| un Rinaldo dinanzi levarsi,~ 51 10, 752| poi gli avea fatte a' suoi mille ingiurie,~ ~ 52 10, 782| Carlo a' suoi non sarà più contento.~ 53 11, 17 | Quel ch'io presi in Parigi la 54 11, 63 | ed ogni fa giostre e torniamenti,~ 55 11, 87 | Ogni metti la corte a romore,~ 56 11, 108| che per la gola ogni m'ha a smentire?~ 57 11, 178| ogni si sentia qualche spavento:~ 58 11, 186| diceva a Carlo un : - La corte nostra~ 59 11, 195| come il tal la giostra si facea:~ 60 11, 308| sempre teneva quel fiso gli occhi;~ 61 11, 583| morti a' suoi con le sue proprie mani,~ 62 11, 909| che 'l venuta v'era per ventura;~ 63 12, 6 | dal che 'n terra fusti annunzïata:~ 64 12, 52 | Un ch'egli esca fuor di Montalbano,~ 65 12, 77 | E Ricciardetto un ne giva al lito~ 66 12, 107| e notte già mai non soggiorna~ 67 12, 142| ogni Carlo veniva pregando~ 68 12, 194| e fece cose quel con Frusberta~ 69 12, 249| E fu quel Rinaldo incoronato,~ 70 12, 255| perché egli aveva quel fatte cose~ 71 12, 431| Questo è quel che ti convien morire:~ 72 13, 583| ed ogni fa dare aspro martìre~ 73 14, 73 | E batterle ogni aspramente,~ 74 14, 161| In pochi fur tutti battezzati.~ 75 14, 271| dicea che fu a torto il ammazzato. -~ 76 15, 25 | Rinaldo, che e notte non soggiorna~ 77 15, 92 | sempre dal che in carcere fu messo. -~ 78 15, 124| prima che molti s'asconda il sole.~ 79 15, 288| che venti facciate insieme triegua. -~ ~ 80 15, 461| Rinaldo, il che combatté con seco,~ 81 15, 506| quel che al campo avea morto 82 15, 539| il primo dal Ciel una angiolella~ 83 15, 711| ed ogni se ne vanno a sollazzo:~ 84 15, 857| Il primo ch'Antea volle provallo,~ 85 16, 4 | quel che ti disse «Ave» Gabrïello;~ 86 16, 151| e 'l terzo sopra il mio buon destriere~ 87 16, 207| e 'l terzo , come promesso avea,~ 88 16, 220| che 'l terzo debbe essere alle mani,~ 89 16, 247| se Febo avessi veduto il Antea~ 90 16, 558| e 'n questo riman' vituperato. -~ 91 16, 657| E fra tre promisson ritornare~ 92 17, 699| ma che sicuro e notte vada. -~ 93 17, 835| e statti qualche qui a riposare. -~ 94 17, 879| e in pochi ne venne al re Falcone~ 95 17, 47 | e dopo alquanti prese comiato,~ 96 18, 236| di farmi a tradimento un la festa. -~ 97 18, 309| prima che molti ritorni il sole.~ 98 18, 747| tutto d'oggi, e fatto tanto male,~ 99 18, 889| Giunto Morgante un in su 'n un crocicchio,~ 100 18, 947| Un ch'io fe' nella moschea 101 18, 483| e 'l terzo in un bosco sono entrati~ 102 19, 68 | Un fuor delle mura a spasso 103 19, 150| e battami ogni con la sua mano~ 104 19, 211| ogni questo gigante ladrone~ 105 19, 681| Tu m'hai a mangiare un poi, come l'Orco.~ 106 19, 723| Ma finalmente un busoni e corni~ 107 19, 961| E cominciò dal ch'ella era uscita~ 108 19, 37 | In pochi vi fe' cento tristizie,~ 109 19, 139| e 'l primo , perché mi conoscessi,~ 110 19, 148| Erano un per una selva ombrosa;~ 111 19, 205| e per più come smarrito stette~ 112 19, 425| Un ch'a spasso per la terra 113 20, 28 | e finalmente un pregava Antea~ 114 20, 51 | Entrato un per una valle scura,~ 115 20, 418| quel che noi vincemo Erminïone,~ 116 20, 425| E 'l che difendea Meredïana~ 117 20, 431| E' mi fe' ricordar quel di Giove,~ 118 20, 458| Orlando e costoro alcun stanno;~ 119 20, 579| non ci lasci due sol riposare,~ 120 20, 766| che per più parea cosa smarrita.~ 121 21, 625| Un non si poté tenere Alardo~ 122 21, 815| e virgine ogni per forza prende;~ 123 21, 853| passerà da ora il sesto ;~ 124 21, 937| Videl turbato un tutto nel volto,~ 125 21, 222| dal ch'Astolfo con lor s'adirava,~ 126 21, 237| Essendo un la porta in bando aperta,~ 127 22, 110| Ecco Dodon ch'un quivi arrivava,~ 128 22, 245| tu fusti il primo fracido e mézzo~ 129 22, 557| uscendo un della sua terra fuora:~ 130 22, 594| un ch'Orlando da lui si dismaga,~ 131 22, 874| in pochi , con Orlando ne vanno,~ 132 22, 908| quel ch'a Gerosolima andò Cristo,~ 133 22, 911| Così correva il questo gridando:~ 134 22, 44 | quando e' giostrò quel con Mattafolle~ 135 22, 85 | ché Grifonetto ogni lo strignea,~ 136 22, 424| e tu sarai per questo il sezzaio. -~ ~ 137 22, 480| Sia maladetto il ch'io nacqui e l'ora!~ ~ 138 22, 777| e disse: - Il ch'io me n'andrò sotterra~ 139 22, 796| e molto il si chiamava felice~ 140 23, 280| Maladetto sia il ch'io t'ebbi avuto! -~ ~ 141 23, 295| e mai non fu quanto quel gagliardo;~ 142 24, 36 | Tornato è Gano, e notte e lavora,~ 143 24, 89 | E tutti infine un fecion concilio,~ 144 24, 257| ed ordinava ogni feste e giostra~ 145 24, 308| Meglio era il primo che tu morisse,~ 146 24, 317| noi daremo un tutti in una ragna~ 147 24, 330| quel che Bianciardin ti disse: « 148 24, 345| E nel giardino un sendo rimasi~ 149 24, 379| Questo è quel che Maddalena adora~ 150 24, 440| dinanzi a Carlo il di san Dionigi.~ ~ 151 24, 497| Era apparito in que' gran prodigi,~ 152 24, 561| come quel che tu n'avesti sdegno~ 153 24, 690| e il che la battaglia era futura~ 154 24, 21 | tanti ne fésse il sopra l'arcione~ 155 24, 57 | Gran cose il faceva Sicumoro,~ 156 24, 113| Credo che Marte il dicessi a Giove:~ 157 24, 154| per venti , per seppellire i morti;~ 158 24, 220| ch'un ti sarà poi chiosato il 159 25, 392| si dimostrava il più che mai lieto.~ ~ 160 25, 803| il tal di Parigi esser dovea;~ 161 25, 815| ché il terzo , se la battaglia dura,~ 162 25, 820| che il terzo nessun gli regge a petto,~ 163 25, 835| e farà cose il sopra natura,~ 164 25, 105| Non so s'a questi tu hai ben notate~ 165 25, 127| che, interrogato del gran , il Figliuolo~ 166 25, 460| appunto il dinanzi alla battaglia,~ 167 25, 539| questo è quel che voi vittoria arete;~ 168 25, 645| ed ogni qualche convito magno~ 169 25, 868| e insino a quel gran non fia serrata,~ 170 25, 907| la notte, il , dall'uno all'altro occaso:~ 171 25, 139| pagan per lui morranno il ,~ 172 25, 385| Egli era il dinanzi un lupo entrato~ 173 25, 642| vince il lei, e il gufo poi la notte.~ 174 26, 35 | ogni con Orlando ricordava~ 175 26, 41 | Ulivieri avea il dinanzi detto~ 176 26, 66 | l'ultimo per la gloria di Carlo!~ 177 26, 541| Orlando, quanto quel fu sentito.~ 178 26, 713| Pensa quel se menoron la coda~ 179 26, 953| Sia maladetto il che il conte Gano~ 180 26, 80 | che con la spada quel non accenna.~ ~ 181 26, 82 | fece quel quel che in molti anni ferno~ 182 26, 104| Pensa quel quel che facea Rinaldo!~ ~ 183 27, 306| ché poco il si partì poi da bomba,~ 184 27, 336| sempre quel sopra gli elmi sonalle.~ ~ 185 27, 397| Tutto il tempelloron le campane~ 186 27, 418| certo gli abissi, il , che Runcisvalle:~ 187 27, 603| che n'uccison quel ben trenta mila:~ 188 27, 611| n'uccise il quanti egli arà voluto,~ 189 27, 689| Egli arebbe il Cesare in Tessaglia~ 190 27, 714| certo quel quella vecchia scagnarda,~ 191 27, 887| dice Turpin che il di San Michele~ 192 27, 892| perché un natural sopra la terra~ 193 27, 965| quel che Gabrïel aperse l'ali,~ 194 27, 269| Carlo quel poi in Runcisvalle venne~ 195 27, 299| ch'ogni debbe ir pe' boschi cacciando~ 196 27, 303| ogni era o con orsi alle mani~ 197 27, 407| chiaro essemplo che quel ci mostra~ 198 27, 496| maladetto sia il ch'io t'ebbi in corte!~ ~ 199 27, 555| Sarebbe mai quel che il mondo aspetta,~ 200 27, 566| per lo eccentrico il , come far suole,~ 201 27, 617| io benedico il che tu nascesti;~ 202 27, 717| o che e' fussi quel l'ultimo botto,~ 203 27, 800| il terzo che la battaglia fue.~ ~ 204 27, 861| molti pagani il in Cafarnaù,~ 205 28, 256| fin che l'ultimo fia manifesto.~ ~ 206 28, 290| e il della battaglia dolorosa~ 207 28, 879| nel vigesimoquarto spirato~ 208 28, 77 | quel che il santo messo aperse


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