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VECCHIA SATIRA (Frammento)
. . . . . . . . .
. . . . Rammento
una favola udita da
fanciullo. Il buon vento
or me la riconduce
tutta fresca: la narro.
La Cicala, la
Talpa, il Bòtolo e il Ramarro
da molte albe
tacevano nell'edere e nel loto.
Il giardino pareva
attonito ed immoto,
e dal loto e
dall'edere correano invide occhiate
dietro il vol di
Libellula dalle ali dorate.
La leggiadra
creatura, bianca come la neve,
fulgida come
l'astro e come l'aura lieve,
vedea sotto le
spire della sua danza folle
insuperbirsi i
petali, schiudersi le corolle:
rose, geranii,
mammole, anemoni e giacinti,
come da un vago
fascino di arcana ebbrezza avvinti,
si curvavano, quasi
invitando umilmente;
il cielo era
sereno, limpido, trasparente,
la farfalla volava,
e volava, e volava;
or su un cespo, or
sull'altro un attimo posava,
e via, via,
nell'azzurro, ratta, vertiginosa,
dalla mammola al
giglio, dal geranio alla rosa,
come chi cerca
alcuno nella folla, né il vede,
s'alza, scende, fa
sosta, si dilegua, riede...
È sparita!
- Ma dove?
- Dove il vento
conduce:
forse in fondo alla
tenebra, forse in mezzo alla luce...
. . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . .
Come appena
disparve il fulgor di quell'ale
i Bòtoli, i
Ramarri, le Talpe e le Cicale
intuonarono un
inno; i minuscoli insetti
cantarono alleluia,
e dai solchi reietti
s'alzò un coro di
festa.
«- Era troppo
superba!
- Mai non volle fermarsi
per cinguettar coll'erba!
- Sdegnò sempre
dell'orto la procace verdura!
- Del limo in cui
cantiamo pareva aver paura!».
Oh! triste a dirsi!
fiori!... i fiorellini anch'essi,
poiché fur nella
disputa per alcun po' perplessi,
diedero poi ragione
ai bruti e alla cicoria!
Le favole ritornano
care nella memoria,
come il primo
giuocatolo e come il primo amore;
ma poi, quando più
invecchia e si fa triste il core,
ci avvediamo,
sgomenti, che favole non sono.-
Chieggo a cui ciò
non piaccia umilmente perdono.
14 gosto 1870.
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