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SULLA TOMBA DI I. U. TARCHETTI
Nato pel cielo, e
tutto in quello assorto,
spirto in esilio
sulla nostra mota -
spirto creato per
fulgere - e morto
come un ilota!
Anima invasa da
beati inganni,
milite sacro ad una
santa guerra -
milite già vincente
- ed a trent'anni
posto sotterra!
Gentile e casto e
intemerato ingegno,
amico nostro... se
dal Fato assolto,
tu ci potessi, dal
carcer di legno,
sporgere il
volto!...
Se questa terra
diventasse vetro,
e il tuo tramonto
diventasse aurora,
forse ameresti
tu... povero spetro,
la vita ancora!
Oh! la ameresti
ancor! Ti sovverresti
unicamente degli
amici buoni;
dei nostri viaggi
pe' sentieri agresti,
delle canzoni!
Del focolar con cui
spesso, nel verno,
si viveva del
prossimo in disparte,
rimescolando fra di
noi l'eterno
tema dell'arte.
Rammenteresti il
dì, quando s'andava
passeggiando e
sognando in compagnia!...
E in tutto e in
tutti il tuo pensier trovava
la poesia.
Riameresti la vita,
Ugo! - la vita
che per te fu
battaglia e fu vittoria!
Veh! la tua fronte
austera oggi è colpita
da un po' di
gloria!
Né il triste e
dolce cammino interrotto
rimpiangeresti... e
la precoce meta,
se tu leggessi come
noi: «Qui sotto
dorme un poeta» .
Settembre
1871
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