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Emilio Praga
Trasparenze

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  • 16 - ALLA SULTANA (Dopo una lettura triste)
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16 - ALLA SULTANA (Dopo una lettura triste)

 

Aiutami a vivere,

mia bella sultana,

la vita dei reprobi

volubile e vana.

 

Sia sole, sia nebbia,

m'innonda di baci!

Se inneggio o bestemmio

tu ascoltami e taci.

 

Deh!... Taci ed ascoltami :

mi adora e non parla!

L'amore ineffabile

detesta la ciarla!

 

Di sguardi satanici,

di eterei sorrisi,

i nostri s'infiammino

due pallidi visi!

 

Facciam delle coltrici

gli Elisi e l'Inferno!...

Si ingoii l'assenzio

se manca il Falerno!

 

Te nuda assomiglio,

mia carne ideale,

al legno d'un feretro

che avesse le ale.

 

Oh!... I mistici effluvii

che hai tu nella gonna!...

Talvolta fantastico

che il Nume è la donna.

 

Che l'Arte è la femmina,

che il cielo è l'amore,

che il lezzo è profluvio,

che il fango è splendore!

 

Oh!... Candida, candida

la nostra cortina

da cui, stanchi e lividi,

ci assal la mattina!

 

Tu dici: « O amatissimo,

sei Giove, e io son Frine!...»

scotendo sugli omeri

le chiome corvine...

 

Rispondo : « Silenzio...

non parlo e tu taci!...

Ritorna qui al tiepido...

m'innonda di baci!...».

 

Milano, marzo 1874

 

 

 




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