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Emilio Praga
Trasparenze

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  • 21 - CALENDARIO
    • III - FEBBRAIO
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III - FEBBRAIO

 

Coronato di rovi e di pruina

ecco il Febbraio.

Buone madri, cui desta alla mattina

la pioggia che vien giù rapida e fina,

e il canto del rovaio,

badate al fanciullin di quando in quando,

se mai la coltre allontanò sognando.

 

Triste si fa la vita al cantoniere

ed al soldato

per gli spalti perduto e le brughiere;

incertamente le sembianze nere

sotto il ciel sconsolato

osserva il viaggiator dallo sportello,

e si chiude più e più nel suo mantello.

 

Bimbi, dei frutti dell'autunno amato

memori ancora,

e dell'ultimo grappolo dorato,

sapete? è adesso che ai campi curvato

il contadino esplora

la vite, il gelso, ed il pruneto e il pero

su cui cova la neve il gran mistero.

 

È questo il mese in cui più molce i cuori

l'idea fatale!

L'augello ai nidi e l'uom pensa agli amori...

è così dolce un crin che il crin ti sfiori

sullo stesso guanciale...

e per le gronde il miccio esulta e grida,

e par che ai freddi letticciuoli irrida.

 

Esser due nel tepor, due giovinezze -

Fantastichiamo!

due, l'un per l'altra, due conscie bellezze,

che più cogli occhi che colle carezze

si van dicendo « io t'amo!»,

cullati dalla calma e dall'oblio...

Chi non m'intende non intende Iddio.

 

Quanti veglian solinghi! e, mentre i balli

del carnevale

sdrusciscono fanciulle e guanti gialli,

cercan la fonte degli eterni falli

di quest'età mortale

e rugiada di mistici conforti

in voi, poemi dei poveri morti!

 

Beato l'uom che in queste si ricetta

sante demenze!

Esausta all'alba la sua lucernetta

tremola e impallidisce, la stanzetta

s'empie di trasparenze,

di visïoni e di memorie pie

al suon delle lontane avemarie.

 

Altri di bianche nudità, di note,

di profumi briaco,

pallido il core e pallide le gote,

il selciato di ratte orme percote

nel crepuscolo opaco,

mentre le belle si tolgon di testa

gl'estinti fiori dell'estinta festa.

 

Misere gioie! oh datemi un giardino,

picciol, ferace,

per piantar maggiorana e rosmarino,

e viole del pensiero; e che al mattino

risvegliandomi in pace

io possa dire senz'ombra d'affanno:

è questo il mese più corto dell'anno.

 

 




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