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Emilio Praga Trasparenze IntraText CT - Lettura del testo |
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24 - AL MIO EREDE
Io son povero al par di un fraticello; ma tu sei vispo, rubicondo e bello, l'avvenire tu sei, l'ultima legge ormai dei giorni miei.
Ti lascio, amico mio, molte sciagure di cui farai tesoro: esse valgono - sai? - nell'ore oscure oh! molto più dell'oro!
Ti lascio i sogni e le illusïoni, mille imagini gaie, e le canzoni di chi visse di te, mio venerando.
Mio bel vecchietto dalle chiome bionde, cui non giunsero ancor lemuri immonde
Ti lascio il meglio che mi resta ancora: il pio desir di una celeste aurora, e la manìa di cercar perle al lezzo.
Ti lascio - forse - alcune avite botti, il vecchio Dante onde al cielo si arripa, e, ausigliatrice di non vacue notti, una eccellente pipa!
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