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Emilio Praga Trasparenze IntraText CT - Lettura del testo |
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22 - A MIA MADRE
Tibi solae Madre, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia nella memoria.
Storia di grandini e di vendemmie, storia di lagrime e di bestemmie;
frutto vermiglio, succo letale, cloaca, empireo di branche e d'ale;
è piena d'angeli, piena di streghe, di geroglifici, d'alfe e di omeghe.
Vi stride il rantolo, vi scroscia il riso; tutte le aureole del paradiso,
tutte le furie del folle inferno vi cantan l'epica del Padre Eterno!
Madre, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia nella memoria!...
……………………
Però ritessimi qualche armonia che mi risusciti l'infanzia mia;
qualche episodio, qualche nonnulla... un capitombolo dalla mia culla,
un mal di stomaco, la fanticella, i Magi, i bricioli della scarsella;
le panche gelide, le passeggiate, l'altar, le prediche assaporate
cogli occhi timidi fisi sui Santi che mi guardavano da tutti i canti,
mentre dal piccolo libro di prece i tuoi sfuggivano cercando invece
- materna imagine di paradiso! - del bimbo pallido l'intento viso.
Oh! sì - ritessimi qualche armonia che mi risusciti l'infanzia mia,
che mi risusciti l'albe svanite!... Gioie od angoscie! Se voi le dite
labbra che il bacio comprime orando, tornerò vergine, robusto e blando!...
M'udrai ripetere che la mia storia è fumo, é nebbia nella memoria,
ma che l'aureola del tuo sorriso la muta in estasi, ne fa un Eliso!
Milano aprile 1875.
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