3 - I PESCATORI NOTTURNI
Vengono
al mar quando la luna accende
per
gli spazi tranquilli il mesto vel;
vengono
al mar quando la nebbia stende
le
bianche braccia e lo congiunge al ciel!
Quando
il vecchio oceàno i vecchi amori
lento
alterna alla spiaggia, e stanco par:
quasi
amante assopito ai primi albori,
e
a cui men bella la compagna appar!
Portan
la vela lacerata ai venti,
come
stendardo che in battaglia erró;
portano
remi e canapi stridenti,
che
il nerbo delle braccia affaticò;
e
sulla tolda silenziosa e bruna
restan
le lunghe notti ad aspettar:
ad
aspettar sotto la fredda luna
che
il pan dell'indomani apporti il mar!
Che
flebile armonia
tra
la spuma del mar fosforescente:
che
amor, che leggiadria,
nel
pelago al lunar raggio lucente!
La
volta è pur serena,
la
luna senza vel, l'onde festanti!
Se
sia la rete piena,
chi
potrà dirlo ai pescator vaganti?
Ché
forse alcun fra i miseri,
un
pensoso vecchietto,
passando
innanzi a una chiesetta bianca
il
povero berretto
scordò
levarsi dalla testa stanca;
forse
mettendo il ruvido
piè
gocciolante a bordo,
scordò
l'un d'essi il segno della croce;
forse
un nocchier balordo
mentre
un prete parlava alzò la voce;
forse
hanno i mozzi striduli
deriso
il sagrestano
pel
suo cencioso ferraiuol turchino,
o
urtato in fallo il nano
che
canta i salmi al muro del cammino;
e
Dio, travolto in collera,
forse
soffiò sul mare,
e
avvisò i pesci di fuggir le reti!
Le
fitte reti care,
che
doman gronderanno alle pareti.
Assisi
alla sponda
del
fragil barchetto,
cullati
dall'onda,
si
battono il petto,
se
possa aver grazia
l'incerto
peccar!
-
E intorno rispondono
le
note del mar. -
Se
a mille i prigioni
le
reti daranno,
se
eletti, se buoni
gli
avvinti saranno,
copiose
promettono
candele
all'altar!
-
E intorno rispondono
le
note del mar.-
Ma
spira già il vento,
s'appressa
l'albore,
dell'astro
d'argento
già
il raggio si muore,
e
i mozzi, a quel pallido
riflesso
lunar
le
membra stirandosi,
si
specchiano in mar.
La
nebbia nasconde
la
casa adorata,
nascondono
l'onde
la
preda aspettata;
sperando
vegliarono,
sperando
pregár :
il
sole già librasi
sui
solchi del mar!
E
lungo il mar che palpita
si
aggruppano le spose e i fanciulletti;
già
spuntano i barchetti,
e
già le note gonne,
le
cuffie delle nonne,
come
le ali di ronzanti insetti,
appaion
lunge ai veleggianti cari.
Alla
mesta famiglia
che
al lido ste' in attesa lungamente
della
diletta gente,
oh
come dolce è il giorno,
e
il vento del ritorno!
Del
raccoglier le vele è sorto il grido;
canta
la ghiaia sotto ai remi impàri.
E
non lungi, fra i portici
del
cimitero, un salmodiar si sente;
è
il cantico stridente,
il
rantolo del nano,
che
a buon momento, piano
stuzzica
alla pietà la lieta gente
e
i pescator nella sua rete adduce!
I
reduci distendono
l'umide
reti; e i pesci entro la maglia,
che
fra i sassi s'incaglia,
muoiono
saltellando,
e
squame seminando :
la
dolce vista i pescatori abbaglia
più
del lucro promesso... e che non luce!
Il
lucro è rame, povere
monete,
che dei pesci hanno l'odore.
Vegliarono
tant'ore
per
pochi soldi appena,
ed
una scarsa cena!
Pur
son felici, e al mendico cantore
regalano,
passando, un pesciolino.
Poi,
quando il sole è fervido,
seduti
sulla spiaggia a riposare
colle
famiglie care,
raccontano
alle spose
contente
e vergognose,
che
Satana tentolli in riva al mare
e
che ad esse han pensato in sul mattino!
Mediterraneo, giugno 1860.
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