22 - IL POETA UBBRIACO
Datemi
un nappo, datemi dei versi;
le
imposte aprite, entrino i venti e il sole:
quanti
fantasmi nel cervel dispersi!
Che
musica di forme, e di parole!
Sento
un odor di grandine e di rose,
e
il vo' scrivere in versi alessandrini:
come
fanciulle flebili e amorose
cantin
le cetre dai sonori crini;
e
dando il braccio a sedicenni amanti,
pallide
di languore e di piacere,
orsù,
apparite, o ciclopi, o giganti,
e
danzatemi intorno al tavoliere!
Sento
il raggio del sol scendermi in petto,
e
scaldar fibre sconosciute ancora;
-
giganti, il vostro mistico balletto
ama
la nota flebile o sonora?
Volete
le cadenze imbalsamate
di
fragranze di rosa e gelsomino,
o
le rime dal turbine accozzate,
come
foglie cadute in sul cammino?
O
la canzon della notturna pesca
che
naufraga piangendo fra i marosi,
o
lo stridor con cui la tigre adesca
l'arabo
in caccia fra i palmeti ombrosi?
Volete
il canto che intuonò Maometto,
o
il salmodiar che il Nazareno onora?
Giganti,
il vostro mistico balletto,
ama
la nota flebile o sonora? -
Sento
un odor di grandine e di rose,
e
il vo' scrivere in versi alessandrini;
come
fanciulle flebili, amorose,
cantin
le cetre dai sonori crini!
Ma,
o sedicenni danzatrici bionde,
volete
i nostri balli, o i balli antichi;
dell'India
amate le danze feconde,
o
il rustico ballar nei piani aprichi?
Volete
in giro rotear sul prato,
le
mani unendo, e accelerando il piede,
o
amate saltellar lungo il selciato,
come
le donne sue Napoli vede?
O
come anella musiche, alle dita
i
legnicciuoli della catalana,
a
fascinar volete alla partita
i
giovinetti con la danza ispana?
Volete
il ballo del francese amato,
da
cui l'uom pio scandalezzato riede,
o
amate saltellar lungo il selciato,
come
le donne sue Napoli vede?-
Datemi
un nappo, datemi dei versi!
Le
imposte aprite, entrino i venti e il sole!
Quanti
fantasmi nel cervel dispersi,
che
musica di forme e di parole!
Oh
sorridete, sedicenni amanti,
pallide
di languore e di piacere;
o
eroi di fiamma, o ciclopi, o giganti,
dite,
entrar posso nelle vostre schiere?
L'anima
è un mar di note onnipossenti,
e
sotto i baci del licor di Chio,
forti
ho le braccia, e l'ali al cor potenti!
-
Dite, entrar posso nella ridda anch'io?
Roteamo,
cantiam, bimbe, giganti!
E
d'amore e di vin qui scorra un fiume;
versi,
aria, luce, fior nei crini erranti,
io
brucio, e sento che divento un Nume!-
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