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Emilio Praga Tavolozza IntraText CT - Lettura del testo |
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- No, mia diletta, non ho più quattrini, per mutarteli in nastri e in cappellini: siamo a Natale, e le mie due sorelle aspettano un mio dono a farsi belle, e le sorelle, e la mamma, e la nonna, già da un anno sdrusciscono una gonna: Nina, se m'ami, non cercar denaro, son povero, lo sai, non sono avaro.-
- Mi parli già da mesi, o giovinetto, e sai se al mondo ebbi più caldo affetto; sai che di baci mi bruciasti il viso, sai che m'addenta il cuore un tuo sorriso, sai che son tutta tua dal capo a' piedi... ma, santo Dio, non ho il coraggio, credi, se alcun mi chiede chi mi portò via, di dirgli il nome della fiamma mia!
Darei la vita per la tua famiglia, ma, ve', il tessuto tutto s'assottiglia; puoi tu vedermi uscir così sdruscita? Per le sorelle tue darei la vita, perché son buone e son cortesi e belle, e perché infine son le tue sorelle: ma, Dio santo, non ho, non ho un'amica più innamorata, e di me più mendica!-
Il giovinetto comprerà la vesta, perché la sorte degli amanti è questa; il focolar ch'ei di conforti priva... Finché, un bel dì, la fervida crestaia la gonna sdegnerà dell'operaia, e spariran, di un ricco al nuovo affetto, i regali e l'amor del poveretto!
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