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Emilio Praga
Tavolozza

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  • 24 - AMOR DI CRESTAIA
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24 - AMOR DI CRESTAIA

 

- No, mia diletta, non ho più quattrini,

per mutarteli in nastri e in cappellini:

siamo a Natale, e le mie due sorelle

aspettano un mio dono a farsi belle,

e le sorelle, e la mamma, e la nonna

già da un anno sdrusciscono una gonna:

Nina, se m'ami, non cercar denaro,

son povero, lo sai, non sono avaro.-

 

- Mi parli già da mesi, o giovinetto,

e sai se al mondo ebbi più caldo affetto;

sai che di baci mi bruciasti il viso,

sai che m'addenta il cuore un tuo sorriso,

sai che son tutta tua dal capo a' piedi...

ma, santo Dio, non ho il coraggio, credi,

se alcun mi chiede chi mi portò via,

di dirgli il nome della fiamma mia!

 

Darei la vita per la tua famiglia,

ma, ve', il tessuto tutto s'assottiglia;

puoi tu vedermi uscir così sdruscita?

Per le sorelle tue darei la vita

perché son buone e son cortesi e belle,

e perché infine son le tue sorelle:

ma, Dio santo, non ho, non ho un'amica

più innamorata, e di me più mendica!-

 

Il giovinetto comprerà la vesta,

perché la sorte degli amanti è questa;

oblierà vedendola giuliva

il focolar ch'ei di conforti priva...

Finché, un bel , la fervida crestaia

la gonna sdegnerà dell'operaia,

e spariran, di un ricco al nuovo affetto,

i regali e l'amor del poveretto!

 

 

 

 

 




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