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Emilio Praga Tavolozza IntraText CT - Lettura del testo |
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4 - ALLA RIVA
Quando scendo alla riva del mare lungo il lido di sabbia minuta, ove tragge la barca sparuta il nocchiero che all'alba tornò; o fanciulla, vien meco, è salubre questa brezza che l'onda c'invia, che arrivando per libera via le miserie dell'uom non sfiorò!
Vieni meco: i fanciulli del lido sono belli, son semplici ancora, ché del mondo non vider finora che quest'acque, e le stelle del ciel! E se fermo a un timon neghittoso troverem qualche vecchio nocchiero, ti dirà se di pioggia è foriero quel vapore che al sole fa vel.
Vieni meco: io ti voglio alla riva per mostrarti l'immenso oceàno, e poi dirti che al lido lontano volerei per poterti fuggir. Vieni meco: io ti voglio alla spiaggia perché innanzi a quest'orridi abissi, I desir, da cui siam crocefissi, potran forse umiliati svanir.
Per mostrarti in la sabbia minuta l'orme nostre, che in giri ritorti, come fosse di piccoli morti, già dall'aura si colmano ancor; e poi chiederti, o indegna, se il vento sorgerà, come sorge su d'esse, a distrugger le traccie che impresse m'ha un tuo sguardo, un tuo detto nel cor!
Mediterraneo, giugno 1860
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