Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Emilio Praga
Tavolozza

IntraText CT - Lettura del testo

  • 16 - DONNE E POESIA - CANZONE DI UN MISANTROPO
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

16 - DONNE E POESIA - CANZONE DI UN MISANTROPO

 

E beata è colei che non si sarà

scandolezzata di me.

Evangel. S. Matteo, c. XI., v. 6.

 

Come un raggio di sol su un vecchio muro,

monumento futuro,

in cui di verde l'edera ha vestito

i fior che adora il profumier perito,

e, amor dei vati e amor dei ciabattini,

i pampini divini,

e i merli ai fiori e ai pampini frammisti

sogno dei paesisti;

 

così della tua luce, o Musa, un raggio,

rapito al paesaggio,

scenda sul viso alle fanciulle amanti,

alle meste fedeli, alle incostanti,

alle errabonde femmine infelici

di sposi cacciatrici,

a quelle che trovato uno ne hanno,

e a cuocere lo stanno!

 

Mostrami a nudo sotto i rai tepenti

le vedove languenti,

poveri fior che inaffiano l'infranto

stel, che rinasce coll'umor del pianto:

mostrami la signora in frange e in seta

e la serva indiscreta,

e la merciaia, e la modista, altiera

rondine della sera.

 

Spoglia i cuor, togli i crinolini audaci,

e tra i cerchi capaci

e tra le foglie dell'amor cadute,

indaga il sentimento e la salute!

Povero amico, aceto e cor prepara...

Ahi! bieca scena amara ;

oh illusïon perdute, oh telescopio

mutato in microscopio!

 

Vedrai che nebbia ci copria la vista

in quell'età sprovvista,

povera età, del santo raziocinio;

ah, il re Petrarca avea solo il dominio

quando insiem sognavamo alcove e seni

del nostro amor sol pieni,

e un sorriso di donna il cor ci empiea

come fa la marea!

 

Una fanciulla quindicenne, bianca

larva pensosa e stanca,

ci faceva tremar fibra per fibra,

né vedevam lo spettro che si libra

a tergo di ogni donna,

che al fruscio delle perle e della gonna

nascoso entro la chioma,

è il solo amante, e ambizion si noma.

 

Il solo amante, il prediletto amante

della fanciulla errante

mesta per via col cappellin sdruscito,

della compagna che al fatal marito

quasi a baston si appoggia;

della superba che dall'alta loggia

degna guardar la plebe,

e della fante nata sulle glebe.

 

Sì, la fante che arriva in sul mercato

col viso imporporato,

e in cui tu dentro al sen brunetto e tondo

sognavi l'innocenza e il far giocondo,

ha anch'essa un crinolino,

spera il mantel di seta e l'ombrellino,

e compra il cacio e il pollo,

con quattro perle fálse intorno al collo!

 

La crestaia ?... misura al tuo pagare

se degno sei d'amare;

della tua borsa al nobile spessore

che particella ti può dar del core,

fino a che punto il viso

farsi gentil, per schiuderti un sorriso,

e ti misura i corni

dal numero dei nastri onde l'adorni.

 

Fra le eleganti, che alla fantasia

schiudono tanta via,

metà coi dolci della faccia incanti,

e metà colle vesti auree, striscianti,

e il volar dei cavalli,

e dita bianche strette in guanti gialli,

potrà forse l'amore,

dopo tanto bussar, trovarsi un core?

 

O pallido poeta, ecco, mia musa,

già di pallor suffusa,

getta la luce sua fra queste sete,

fra tante gemme in tanto oro sì liete;

spingi l'occhio sagace,

e tenta i cori, e cercavi una face...

Ahi! lucignoli solo

rischiarano del tuo l'ardente volo.

 

 

Se tu in mezzo alle dame, o sventurato,

giammai ti se' innoltrato,

obliando le tue rime balzane

in tasca, come briciole di pane...

Ah le ascondi pudico,

o piuttosto le dona ad un mendico,

ché il pan della tua fama

sale non ha che stuzzichi una dama!

 

In chi, dimmi, versar l'onda infinita,

in que' bei dì nudrita?

L'onda di un core che una volta appena

sia stato dalle muse a pranzo o a cena?

Secol decimonono,

noi dividemmo i fulmini dal tuono,

ma tu, crudel, rapisti

le scintille dai cuori, e ci punisti!

 

Ecco! ogni anno che scende a noi trafuga,

nella veloce fuga,

qualche sacra dei nostri avoli usanza!

Finir le serenate, e della coda

l'ondeggiar venerando,

l'epica è morta, e del teatro Fiando

già si minaccia il fato,

e cadrà dei Figini il porticato...

 

Piangete, alme gentili, anche l'amore

si è fatto viaggiatore;

per qualche più felice astro, infedele

ci abbandonava e spiegò al ciel le vele!

Qui, Poesia soltanto

restò sparuta a pochi mesti accanto,

a ricordar gli ardori

onde una volta arse i paterni cuori.

 

- Amico! al dio defunto onor di eletti

carmi donai, perdetti

assai tempo languendo, ora ci vedo,

e no, perdio! non voglio essere Alfredo

s'esser non posso Arturo!

Amor, riposa in pace, astro maturo:

amico, ai campi, ai campi;

addio di cuore, o femminili inciampi!

 

Oh sì, amerem della natura i santi

i benedetti incanti :

la montagna lucente in faccia a noi,

i salici curvati ai lavatoi,

il lago specchio delle stelle, e i molli

clivi dei nostri colli,

e i fior del prato, e i ruminanti bovi

giacenti in mezzo ai rovi.

 

Il noce, l'olmo, i platani romiti

ci appariran vestiti

della scorza che Iddio, sarto giocondo,

destinò lor quando cuciva il mondo,

e cogliendo tra l'erbe i gelsomini,

nudi di crinolini,

al profumo, al candor li sceglieremo,

e ghirlande faremo!

 

E l'aura che verrà dalla foresta,

sia risonante o mesta,

non sarà, come i femminili accenti,

il mobil velo, no, dei sentimenti;

sarà un semplice suon di ramo in ramo

un sussurro, un richiamo

da nido a nido, che darà frescura

a tutta la natura.

 

Sì, amico, lascia correr l'acqua al mare,

lascia i bimbi sognare,

giungeranno piangendo alla ragione;

lascia che dolci e candide persone

schiudan sorrisi da strappar le stelle...

noi conosciam le belle:

e colle muse al fianco, accorti eroi,

ci adorerem fra noi!

 

Giugno 1853.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License