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Emilio Praga Tavolozza IntraText CT - Lettura del testo |
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34 - AI COLLEGHI NAPOLETANI
Chi partìa dalla bella laguna verso il golfo che pari non ha, e dell'arte l'intatta fortuna ricercava alle cento città;
chi movea dall'avello di Dante, di Virgilio cercando l'avel, ben trovava uno sempre il sembiante dei fratelli, e il sorriso del ciel!
Sol cambiava divisa lo sgherro che spiava il suo sacro cammin, e scorgeva barriere di ferro dal Cenisio all'estremo Apennin!
- Dite or voi, giunti pur da lontano, il confin dell'Italia dov'è! Voi venuti a far lieta Milano messaggier di concordia e di fé!
Ah si stringan le destre, ché eterna questa pagina al mondo starà; e si ingemmi coll'arte fraterna che gigante qual fu, tornerà!
E or salpando alla bella contrada vi sian facili i venti del mar; noi sappiam che a far breve la strada vi fia dolce di noi ricordar!
E se Napoli, giunti, vi chiede che novella Milano le dà, voi cui mesce l'italica fede alla gioia un'immensa pietà:
dite a lei, che la suora diletta le rimanda un amplesso d'amor... ma che Roma confida ed aspetta, e Venezia è una martire ancor!
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