-5-
I salici piangenti
hanno attitudini
di prefiche
commosse:
sembran sudarii per
raccoglier lagrime
le sottoposte
fosse.
E, come vive, le
cime si cullano
sotto il molle
zeffìro;
né sai se il suono
che nell'aria espandono
sia rantolo o
sospiro.
Ondeggiamenti di
blande Nereidi,
gesti da
cortigiane,
incliini di Elfi, o
di chi al suol prosternasi
per un tozzo di
pane.
Neghi a quei rami
un sentimento, un'anima,
chi non nacque
poeta!
Quegli non oda il
sovrumano eloquio ,
della natura queta;
sia sordo alla
eloquenza inenarrabile
del grande Essere
ignoto;
non scorga il filo
arcano, incomprensibile,
che lega l'aria al
loto!
Quegli, al
tramonto, quando il cielo è incendio,
e van le avemarie,
da campanile a
campanil, dicendosi:
«Siam dell'alme le
spie!»
quando la valle si
ingombra di nebbia
e di vaghi colori
ed una mesta
voluttà ineffabile
assalta i nostri
cuori;
e ti senti
immortal, pensando al celere
riapparire del
sole;
e, se pur fosti
coll'amica, inutili
ti sarian le
parole;
quando
dall'Universo assorto è l'atomo,
quegli sbadigli, o
vada
davanti a sé,
segugio inconsapevole,
per una ignota
strada!
Oh! pel ciel che
splendea colle miriadi
delle vaganti
stelle;
pei campi a cui
davan bagliori e screzii
lucciole e
coccinelle;
giuro che a me quei
cesolati salici
dipinsero
l'istoria!...
Così putessi la
vision terribile
cassar dalla
memoria!
Erano, in mezzo al
tenebror diafano,
spalle in catene
attorte,
e lunghe braccia
che parean difendersi
fra la vita e la
morte.
Contorcimenti di
dannati, impavide
pose da
gladiatore...
Quei tozzi tronchi
di rabbia fremevano,
e fremevan d'amore.
Nodosità, curve,
punte, sembravano
cercar vendetta a
Dio;
mentre, al raggio
lunar, le bianche foglie
bisbigliavano :
oblìo!...
La Musa mi fe'
mago. Allor dai salici
uscì questa parola,
ch'era lamento e
che parea bestemmia:
«Ci ha piantati
Loyola!».
|