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Bella dama che
uscite dal tempio del Signore,
cui sta ancor forse
un'ave sulle labbra vagante,
bella dama, col
viso pallido e l'occhio errante,
senza saperlo,
adesso l'elemosina fate:
quell'occhio
vagabondo due pupille ha scontrate,
quel pallor senza
nome le innondava di cielo.
Oh non troppo
correte, non abbassate il velo!
L'uomo ignoto che
segue, come un povero cane,
i passi onde
intrecciate le vostre corse strane,
che per baciar la
terra dove l'orme ponete
salirebbe una croce
e vi morrìa di sete,
che toglierebbe il
serto di fronte alla doghessa
per deporvelo ai
piedi quando siete alla messa,
è un timido poeta,
né vuol né chiede nulla.
La Musa e la
Sventura che l'han raccolto in culla
gli fur madri
operose : giovane ancor, vent'anni!
Gli eran compagni i
dubbii, le noie e i disinganni...
Oh i suoi canti!
caligini cosparse di faville,
raggi erranti nel
buio come fatue scintille...
Se voi li
conosceste!...
Bella, pura, felice
gli appariste una
sera, inconscia amaliatrice,
e rinnegò dolori e
disinganni e noie,
e la vita gli
apparve tutta piena di gioie!
Oh come attese il
sole quella notte, vegliando!
Come accolse il suo
primo raggio soave e blando!
O sol! punta
spietata fitta alle nostre reni,
se chi è stanco di
passi a risospinger vieni,
a gridargli: sei
vivo, su la croce, cammina!..
Quando porti a un
felice la candida mattina
apparenza di Dio
verissima! Da un anno,
bella dama, i
pensieri del giovinetto stanno
intorno a voi, dì e
notte : la sua delizia è questa :
possedervi sarebbe,
lo so, più allegra festa;
a lui basta vedervi
qualche poco: la sposa
siete di un vecchio
illustre e l'amica pietosa,
tale vi crede il
mondo, e tal, nell'ombra, ei v'ama.
Ma lontana dal
tempio è già la bella dama.
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