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Emilio Praga Fiabe e leggende IntraText CT - Lettura del testo |
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-11-- Tu, Lionello ? - Steno! - Abbracciami, collega... - Ma chi ti disse... - Il tetto dove attaccasti il nido? Me l'ha insegnato un vecchio che tien bottega al lido; fu caso: fra i suoi libri presi un Catullo in mano, tu sai quant'io l’adoro quel peccator romano! Lo tengo sempre meco; ma un ultimo esemplare che avea comprato a Siena, lo diedi al mio compare; or contrattando questo, perché oltremodo usato, (Il libro è come il fiasco, mi piace impolverato) - Il mio... - La vita... - È un giocherello! - Via, ma vendere un libro che non costa un ducato... - Erano quattro giorni ch'io non avea pranzato! - Eppur Catullo in ghetto per desinar non vale; o che gli hai dato a braccio Virgilio o Giovenale? - Erano usciti prima,usciti in processione, un dopo l'altro, tutti... - Eccolo - E si toccava la giubba di velluto. - Davver non lo ravviso, gli nego il saluto. - Eccole - E gli mostrava due guanti in un cantuccio.E l'altro sghignazzava: - E quel tuo Quintiliano - Tu hai tutta quanta l'aurea latinità sul dosso!... Ma, dimmi,è anch'esso un classico questo bel nastro rosso ? - Ah! l’avevo scordato!...
E, toltolo dal collo, dall'aperta finestra mestamente lanciollo. - Povero mio, m'accorgo che tu sei sempre quello!.. - Ti mutasti tu forse? -
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