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Emilio Praga
Fiabe e leggende

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  • 3 - I TRE AMANTI DI BELLA
    • -17-
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-17-

 

Genti pie che pregate prima di porvi a letto,

non pregate pei morti che stan nel cataletto

non pregate per gli ospiti del tenebrore eterno,

che dal mondo partendo sono usciti d'inferno.

Stesi placidamente e colle braccia in croce,

della sacra Natura ascoltano la voce:

senton la vita immensa che si prepara al sole,

han nei capegli l'umide radici delle viole,

han nei pugni gli steli che diverranno abeti;

i morti nella terra son tranquilli e lieti.

Genti pie che pregate quando la notte cade,

non pregate pei morti che bevon le rugiade,

che si mutano in foglie, che si mutano in fiori;

non pregate pei giunti, pregate pei viatori,

per i vivi pregate quando cade la notte.

E allor che i Mali intorno scaraventansi a frotte,

e par che Iddio dimentichi le misere creature,

come s'Ei pur dormisse nelle sue regge oscure.

Pregate per le madri che aspettano; pregate

per le livide teste nel gioco ottenebrate;

per la donna che stende le braccia all'uomo ignoto,

pel povero poeta, altro prigion del loto,

che assalta il ciel coll'anima che lagrima e fa sangue;

pregate per la turba negli ospitali esangue,

sovra cui, col crepuscolo, peggior dell'agonia,

la memoria s'abbatte e la malinconia;

per gli amanti pregate, scongiurate il Signore,

che creò la Sventura quando creò l'Amore!

 

 




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