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Emilio Praga
Fiabe e leggende

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  • 3 - I TRE AMANTI DI BELLA
    • -22-
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-22-

 

Dio che misura il vento all'agnello tosato

perché all'uom non misura, quando il verno è arrivato

de' suoi tempestosi, le bufere del cuore?

Perché, se su lo sterpo inaridisce il fiore,

l'amor non appassisce sotto i capelli bianchi?

 

Ah, piuttosto una serpe mi si configga ai fianchi

che alloggiarvi il bell'angelo dei celestiali affanni,

quando dal mio battesimo conterò sessant'anni!

Cavalier di ventura cerca castel fatato;

ed è triste ospitare in tugurio gelato

chi fu avvezzo alle fiamme dell'ampio focolare.

Sei vecchio, e chiedi amore, e ti ostini ad amare?

Sei vecchio, e dentro il pugno pur stringi il frutto sacro?

Vuoi che il prete ti trovi, all'ultimo lavacro,

dell'odor della donna tutto olezzante ancora:

Più misero del gufo quando spunta l'aurora!

È il crin biondo del giovane che te al buio rincaccia,

è la sua balda gioia che ti offusca la faccia.

Tu spronalo, dimentica, chiudi gli occhi, ti abbranca

alla maga illusione!... vestal sommessa e stanca,

vegli una figlia d'Eva l'imbiancata ara tua...

E doman, dietro quella, tu scoprirai la sua!

 

 




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