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Emilio Praga Fiabe e leggende IntraText CT - Lettura del testo |
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-22-Dio che misura il vento all'agnello tosato perché all'uom non misura, quando il verno è arrivato de' suoi dì tempestosi, le bufere del cuore? Perché, se su lo sterpo inaridisce il fiore, l'amor non appassisce sotto i capelli bianchi?
Ah, piuttosto una serpe mi si configga ai fianchi che alloggiarvi il bell'angelo dei celestiali affanni, quando dal mio battesimo conterò sessant'anni! Cavalier di ventura cerca castel fatato; ed è triste ospitare in tugurio gelato chi fu avvezzo alle fiamme dell'ampio focolare. Sei vecchio, e chiedi amore, e ti ostini ad amare? Sei vecchio, e dentro il pugno pur stringi il frutto sacro? Vuoi che il prete ti trovi, all'ultimo lavacro, dell'odor della donna tutto olezzante ancora: Più misero del gufo quando spunta l'aurora! È il crin biondo del giovane che te al buio rincaccia, è la sua balda gioia che ti offusca la faccia. Tu spronalo, dimentica, chiudi gli occhi, ti abbranca alla maga illusione!... vestal sommessa e stanca, vegli una figlia d'Eva l'imbiancata ara tua... E doman, dietro quella, tu scoprirai la sua!
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