5.
Questa accresciuta conoscenza di se stessa da parte della Chiesa doveva
spontaneamente comportare un aggiornamento nella Curia romana, consentaneo alla
nostra epoca. In effetti, i Padri del Concilio riconobbero che essa aveva
finora fornito un prezioso aiuto al romano Pontefice ed ai pastori della
Chiesa, ed al tempo stesso espressero il desiderio che fosse dato ai dicasteri
di Curia un nuovo ordinamento, più adatto alle necessità dei tempi, delle
regioni e dei riti (cfr. «Christus Dominus», 9). Rispondendo ai voti del
Concilio, Paolo VI portò alacremente a termine il riordinamento della Curia,
con la pubblicazione della costituzione apostolica «Regimini Ecclesiae
Universae», il 15 agosto 1967.
In realtà,
mediante tale costituzione, il mio predecessore determinò con maggiore
accuratezza la struttura, la competenza e la prassi dei dicasteri esistenti, e
ne costitui dei nuovi, le cui mansioni fossero la promozione, nella Chiesa,
delle iniziative pastorali particolari, continuando gli altri dicasteri a
svolgere i loro compiti di giurisdizione e di governo: risultò in tal modo che
la composizione della Curia rifletteva molto chiaramente la multiforme immagine
della Chiesa universale. Tra l'altro, chiamò a far parte della Curia stessa i
Vescovi diocesani, e provvide al coordinamento interno dei dicasteri per mezzo
di riunioni periodiche dei loro Cardinali capi dicastero, allo scopo di
esaminare i problemi comuni con consultazioni reciproche. Introdusse la «Sectio
altera» nel Tribunale della Segnatura apostolica per una più conveniente tutela
dei diritti essenziali dei fedeli.
Paolo VI sapeva
bene, tuttavia, che la riforma di istituzioni tanto antiche esigeva di essere
studiata con maggior cura; e quindi ordinò che, trascorsi cinque anni dalla
promulgazione della costituzione, il nuovo ordinamento di tutto l'insieme fosse
esaminato più a fondo, e che contemporaneamente si verificasse sia se si
accordava realmente con i postulati del Concilio Vaticano II, sia se rispondeva
alle esigenze del popolo cristiano e della società civile, oltre a dare alla
Curia una conformazione ancora migliore, se fosse stato necessario. A tale
incombenza fu destinata una speciale commissione di prelati, sotto la
presidenza di un Cardinale, che svolse attivamente il proprio compito fino alla
morte di quel Pontefice.
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