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Ioannes Paulus PP. II Pastor bonus IntraText CT - Lettura del testo |
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4. In realtà - per ricordare ormai qualche elemento storico - i romani Pontefici, già fin dai tempi più antichi utilizzarono per il loro servizio, diretto al bene della Chiesa universale, sia persone singole che istituzioni, scelte dalla Chiesa di Roma, definita da san Gregorio Magno la Chiesa del beato apostolo Pietro (Reg. XIII, 42, II, p. 405, 12). In un primo tempo si avvalsero dell'opera di presbiteri o di diaconi, appartenenti a quella stessa Chiesa, sia come Legati, sia come membri di diverse missioni, sia come rappresentanti del Papa nei Concilii ecumenici. Qualora però si dovessero trattare affari di particolare importanza, i romani Pontefici chiesero l'aiuto di Sinodi o di Concilii romani, ai quali venivano chiamati Vescovi che esercitavano il loro ufficio nella provincia ecclesiastica di Roma; in quei Sinodi o Concilii non soltanto si discutevano questioni attinenti la dottrina o il Magistero, ma si seguiva una procedura simile a quella dei tribunali, e vi si giudicavano le cause dei Vescovi, deferite al romano Pontefice. Fin da quando, tuttavia, i Cardinali cominciarono a prendere uno speciale rilievo nella Chiesa di Roma, particolarmente nell'elezione del Papa, ad essi riservata a partire dal 1059, i romani Pontefici si servirono sempre più di quella loro collaborazione; e così il compito del Sinodo romano o del Concilio perse gradualmente di importanza, fino a cessare del tutto. Avvenne quindi che, specialmente dopo il secolo XIII, il sommo Pontefice trattasse tutte le questioni della Chiesa insieme con i Cardinali, riuniti in Concistori. In tal modo, a strumenti non permanenti, quali i Concilii o i Sinodi romani, ne succedette uno permanente, che doveva essere sempre a disposizione del Papa. Il mio predecessore Sisto V, con la già citata costituzione apostolica «Immensa Aeterni Dei», del 22 gennaio 1538 - che fu l'anno 1537 dall'incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo - diede alla Curia romana la sua formale configurazione, istituendo un insieme di 15 dicasteri: l'intento era quello di surrogare l'unico collegio cardinalizio con vari «collegi» composti da alcuni Cardinali, la cui autorità era limitata ad un determinato campo e ad un preciso argomento; in tal modo i sommi Pontefici potevano avvalersi moltissimo dell'aiuto di tali consigli collegiali. Di conseguenza il compito originario e l'importanza specifica del concistoro diminuirono grandemente. Col volgere dei secoli, e col mutare delle concrete situazioni storiche, furono introdotte alcune modificazioni e innovazioni, soprattutto con l'istituzione, nel secolo XIX, di commissioni cardinalizie che dovevano offrire la loro collaborazione al Papa oltre a quella prestata dai dicasteri della Curia romana. Infine, per volontà di san Pio X, mio predecessore, il 29 giugno 1908 fu promulgata la costituzione apostolica «Sapienti Consilio», nella quale, anche nella prospettiva di unificare le leggi ecclesiastiche nel Codice di Diritto Canonico, egli scriveva: «E' sembrato sommamente opportuno cominciare dalla Curia romana, affinché essa, ordinata in forma opportuna e comprensibile a tutti, possa prestare più facilmente la propria opera e dare più completo aiuto al romano Pontefice e alla Chiesa» (cfr. S. Pii X «Sapienti Consilio»: AAS 1 [1909] 8). Gli effetti di quella riforma furono principalmente questi: la Sacra Romana Rota, soppressa nel 1870, fu ristabilita per le cause giudiziarie, di modo che le congregazioni, perdendo la loro competenza in tale campo, diventassero organi unicamente amministrativi. Fu inoltre stabilito il principio che le congregazioni godessero del proprio inalienabile diritto, cioè che ciascuna materia dovesse essere trattata da un dicastero competente, e non contemporaneamente da diversi. Questa riforma di Pio X fu successivamente sancita e completata nel Codice di Diritto Canonico, promulgato da Benedetto XV nel 1917; e rimase praticamente immutata fino al 1967, non molto dopo la conclusione del Concilio Vaticano II, nel quale la Chiesa ha indagato più profondamente il suo proprio mistero e si è delineata più vividamente la propria missione.
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