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Ioannes Paulus PP. II Pastor bonus IntraText CT - Lettura del testo |
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11. Poiché dunque l'attività della Curia romana, unita al ministero petrino, e fondata su di esso, si dedica al bene della Chiesa universale e, al tempo stesso, delle Chiese particolari, essa è chiamata prima di ogni cosa a quel ministero di unità, che è in special modo affidato al romano Pontefice, in quanto è stato costituito da Dio fondamento perpetuo e visibile della Chiesa. Perciò l'unità nella Chiesa è un tesoro prezioso, che dev'essere conservato, difeso, protetto, promosso e continuamente realizzato con la zelante collaborazione di tutti e specialmente di coloro che a loro volta sono il visibile principio e fondamento di unità nelle loro Chiese particolari (cfr. «Lumen Gentium», 23). La collaborazione che la Curia romana presta al santo Padre è dunque fondata su questo servizio all'unità: unità anzitutto di fede, che si sostiene e si costituisce sul sacro deposito, di cui il successore di Pietro è il primo custode e difensore, e per il quale ha ricevuto il supremo compito di confermare i fratelli; unità, poi, di disciplina, poiché si tratta della disciplina generale della Chiesa, che consiste in un complesso di norme e di comportamenti morali, costituisce la struttura fondamentale della Chiesa, e assicura i mezzi di salvezza e la loro retta distribuzione, unitamente all'ordinata strutturazione del Popolo di Dio. Il governo della Chiesa universale difende da sempre questa unità dalla diversità dei vari modi di essere e di agire, che scaturiscono dalle differenze di persone e di culture, senza peraltro che essa ne patisca danno nell'immensa molteplicità di quei doni, che lo Spirito Santo largamente distribuisce; e tale unità si arricchisce continuamente, purché non nascano tentativi isolazionistici e centrifughi di mutua separazione, facendo sì, invece, che tutti gli elementi confluiscano nella più profonda struttura dell'unica Chiesa. Il mio predecessore Giovanni Paolo I aveva ricordato molto opportunamente questo principio, quando, parlando ai Cardinali, ebbe a dire che gli organismi della Curia romana «offrono al Vicario di Cristo la possibilità concreta di svolgere il servizio apostolico di cui egli è debitore a tutta la Chiesa, ed assicurano in tal modo l'organico articolarsi delle legittime autonomie, pur nell'indispensabile rispetto di quella essenziale unità di disciplina, oltre che di fede, per la quale Cristo pregò nell'immediata vigilia della sua passione» (Ioannis Pauli I «Allocutio ad Patrum Cardinalium Collegium», die 30 aug. 1978: Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 25). Da queste premesse scaturisce il principio che il ministero di unità rispetta le consuetudini legittime della Chiesa universale, le usanze dei popoli e la potestà che per diritto divino spetta ai pastori delle Chiese particolari. Ma è chiaro che il romano Pontefice non può omettere di intervenire ogni qualvolta gravi motivi lo richiedano per la tutela dell'unità nella fede, nella carità o nella disciplina.
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