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Come l'augel, ch'a Febo è grato tanto, sovra Meandro, ove suol far soggiorno, quando s'accosta il suo ultimo giorno, move più dolci le querele e 'l canto, tal io, lontana dal bel viso santo, sovra il superbo d'Adria e ricco corno, morte, téma ed orror avendo intorno, affino, lassa, le querele e 'l pianto. E sono in questo a quell'uccel minore: che per quella, onde venne, istessa traccia ritorna a Febo il suo diletto olore; ed io, perché morendo mi disfaccia, non pur non torno a star col mio signore, ma temo che di me tutto gli spiaccia.
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