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O mia sventura, o mio perverso fato, o sentenzia nemica del mio bene, poi che senza mia colpa mi conviene portar la pena de l'altrui peccato. Quando si vide mai reo condannato a la morte, a l'essilio, a le catene per l'altrui fallo e, per maggior sue pene, senza esser dal suo giudice ascoltato. Io griderò, signor, tanto e sì forte, che, se non li vorrete ascoltar voi, udranno i gridi miei Amore o Morte; e forse alcun pietoso dirà poi: - Questa locò per sua contraria sorte in troppo crudo luogo i pensier suoi.
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