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Gaspara Stampa
Rime

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Qual fu di me giamai sotto la luna

donna più sventurata e più confusa,

poi che 'l mio sole, il mio signor m'accusa

di cosa, ov'io non ho già colpa alcuna?

E, per farmi dolente a via più d'una

guisa, non vuol ch'io possa far mia scusa;

vuol ch'io tenga lo stil, la bocca chiusa,

come muto, o fanciul piccolo in cuna.

A qual più sventurato e tristo reo

di non poter usar la sua difesa

dura legge al mondo unqua si dèo?

Tal è la fiamma, ond'hai me, Amor, accesa,

tal è il mio fato dispietato e reo,

tal è 'l laccio crudel, con che m'hai presa.

 

 




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