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Gaspara Stampa
Rime

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-167-

 

Poi che disia cangiar pensiero e voglia

l'empio signor, ch'onoro ed amo tanto,

senza curar de' fiumi del mio pianto,

e del mancar de la mia frale spoglia,

io prego morte, che di qua mi toglia,

perché non abbia questo crudo il vanto;

o prego Amor, che mi rallenti alquanto,

poi che de' doni suoi tutta mi spoglia;

sì che o morta non vegga tanto danno,

o viva e sciolta non lo stimi molto,

allor che gli occhi altro mirar sapranno.

Dunque o sia falso il mio temere e stolto,

o resti sciolta al rinovar de l'anno,

o queti il corpo in bel marmo sepolto.

 

 




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