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-206-

 

Canta tu, musa mia, non più quel volto,

non più quegli occhi e quell'alme bellezze,

che 'l senso mal accorto par che prezze,

in quest'ombre terrene impresso e involto;

ma l'alto senno in saggio petto accolto,

mille tesori e mille altre vaghezze

del conte mio, e tante sue grandezze,

ond'oggi il pregio a tutti gli altri ha tolto.

Or sarà il tuo Castalio e 'l tuo Parnaso

non fumo ed ombra, ma leggiadra schiera

di virtù vere, chiuse in nobil vaso.

Quest'è via da salir a gloria vera,

questo può farti da l'orto a l'occaso

e di verace onor chiara ed altera.

 

 




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