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-210-

 

Veggio Amor tender l'arco, e novo strale

por ne la corda e saettarmi il core,

e, non ben saldo ancor l'altro dolore,

nova piaga rifarmi e novo male;

e sì il suo foco m'è proprio e fatale,

sì son preda e mancipio ognor d'Amore,

che, perché l'alma vegga il suo migliore,

ripararsi da lui né vuol né vale.

Ben è ver che la tela, che m'ordisce,

sempre è di ricco stame; e quindi aviene

che ne' suoi danni il cor père e gioisce;

e 'l ferro è tale, onde a ferirmi or viene,

che si può dir che chi per lui perisce

prova sol una vita e sommo bene.

 

 




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