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Rime

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-245-

 

Musa mia, che sì pronta e sì cortese

a pianger fosti meco ed a cantare

le mie gioie d'amor tutte, e l'offese,

in tempre oltra l'usato aspre ed amare

movi meco dolente e sbigottita

con le sorelle a pianger e a gridare

in questa aspra ed amara dipartita,

che per far me da me stessa partire

hanno Fortuna e 'l mio signor ordita.

E, perché forse non potrem supplire

noi soli a tanta doglia, in parte al pianto

queste rive e quest'onde fa' venire:

onde, che meco si compiacquer tanto

de la cara presenza di colui,

ch'or lunge sospirando io chiamo e canto.

Questi, Amor, son gli usati frutti tui,

brevissimi diletti e lunghe doglie,

ch'io provo, che tua serva sono e fui.

Ché, come toglie agli arbori le foglie

tosto l'autunno, così di tua mano,

se si dona alcun ben, tosto si toglie.

Tu mi donasti, ed or mi tien lontano

quanto ben tu puoi darmi, e quanto vede

di caro il sol, tornando a l'oceàno.

E, bench'io sia sicura di sua fede,

bench'io riposi in quanto m'ha promesso,

ne le dolci parole che mi diede,

quando 'l disio m'assale, ch'è sì spesso,

non essendo qui meco chi l'appaga,

la vita mia è un morir espresso.

Donne, cui punge l'amorosa piaga,

di lassar dipartir l'amato bene

non sia alcuna di voi che sia vaga;

perché son poi maggior assai le pene

di quel ch'altri si crede o che s'aspetta,

qualor l'amara disianza viene.

Niuna cosa a noi piace o diletta,

se non v'è quel che ne la fa piacere,

quel ch'ogni nostra gioia fa perfetta.

Io quel che voglio non posso volere,

se quel ch'amo non ho presso o dintorno,

quel che le noie mie torna in piacere.

Tu, che fai ora a Lendenara giorno,

almo mio sole, ed a me notte oscura,

sole, a cui sempre col pensier ritorno,

 

 

de l'alta fede mia sincera e pura

tien'almen la memoria che si deve,

che durerà fin che mia vita dura.

E, se degna pietà ti move, in breve

scrivi o vieni o manda, sì ch'io sia

scema di cura dispietata e greve.

Ché tanto durerà la vita mia,

quant'io sarò sicura d'esser cara

e d'esser presso a chi 'l mio cor desia,

il mio cor, ch'ora alberga in Lendenara.

 





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