Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Gaspara Stampa
Rime

IntraText CT - Lettura del testo

  • -296-
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

-296-

 

Non aspettò giamai focoso amante

la disiata e la bramata vista

di quel, per cui versò lagrime tante;

non aspettò giamai anima trista,

e distinata nel profondo abisso,

la faccia del Signor di gloria mista;

non aspettò giamai servo, ch'affisso

fosse a dura ed acerba servitute,

a la sua libertà 'l termine prefisso;

non disiò giamai la giovintute

cara e gioiosa un uom già carco d'anni,

in cui tutte le forze son perdute;

non disiò giamai d'uscir d'affanni

un, cui fortuna aversa afflige e preme,

carco e gravato d'infiniti danni;

non aspettò giamai un uom, che teme

vicin a morte, la sua sanitate,

di cui era già giunto a l'ore estreme;

non aspettò giamai le luci amate

di dilettoso caro e dolce figlio

benigna madre e carca di pietate;

non aspettò giamai di gran periglio

disiosa uscir nave, a cui l'onde

e nemica tempesta dier di piglio;

quant'io le carte tue care e gioconde,

Mirtilla mia, Mirtilla, a le cui voglie

ogni mia voglia, ogni disir risponde;

Mirtilla mia, con la qual mi si toglie

ogni mia gioia ed ogni mio diletto,

restando preda di perpetue doglie;

col cui leggiadro e grazioso aspetto

mi si rende ogni bene, ogni piacere

dolce, amoroso, caro, alto ed eletto.

Ché, non potendo te propria vedere,

veder i frutti del tuo vago ingegno

è quanto di conforto io posso avere.

Però, tosto ch'io vidi il caro pegno

de l'amor tuo, ver' me, l'amiche carte,

de la memoria tua perpetuo segno,

quel piacer, che può dar a parte a parte

cosa dolce e gradita, ho sentit'io,

sì ch'a gran pena io lo potrei contarte.

Quel c'ha turbato alquanto il gioir mio,

è stato entr'esse il legger e 'l vedere

cosa tutta contraria al mio disio,

che la Mirtilla mia, degna d'avere

prospero corso e vera e dolce pace,

sia stata astretta per febre a giacere.

 

 

 

 

Questo però fra 'l mezzo mal mi piace,

che la mercé di Dio vi sète presto

convaluta del mal aspro e tenace.

Or attendete a conservar il resto

del tempo, che da me sarete lunge,

sì ch'anco a me non sia 'l viver molesto.

Perch'un sol duol due corpi insieme punge,

sì come un solo amor ed una fede

ed una voluntà due cor congiunge.

E, se talor di voi cerca far prede

qualche cura noiosa, adoperate

quell'estrema virtù, che 'l ciel vi diede,

e fra tanto di me vi ricordate.

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License